A Valenciennes sarà invasione oranje ma la città ha un debole per l’azzurro

Le tifose dell'Olanda
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 29 Giugno 2019, 09:30
Caldo fa caldo, ma meno per esempio di Parigi, e ieri pomeriggio, a Valenciennes, più che pensare alle polemiche sulla partita che si giocherà alle 15 all’Hainaut sotto al solleone (temperatura prevista: 33 gradi), la gente si beava della partita perfetta per i luoghi: Olanda-Italia. Una specie di derby per la città, visto che entrambe le squadre giocano un po’ in casa: l’Olanda perché è a due ore di macchina, l’Italia perché Valenciennes l’hanno anche fatta gli italiani, prima i minatori, poi i manovali, alla fine gli ingegneri, soprattutto quelli ferroviari. Dalla fine dell’Ottocento, tanti sono arrivati dal paese di Valguarnera, in Sicilia, in provincia di Enna, tanti altri da Gizzeria in Calabria, vicino a Catanzaro. Col passare delle generazioni l’italianità si è sciolta nelle colline delle Ardenne, ma quando serve, il tricolore viene fuori. «Il calcio ci tiene uniti» dicono alla Missione Cattolica Italiana, dove è pronto lo striscione. 

L’ONDA ARANCIONE
Oggi Jean-Paul Lodzinski, ingegnere, napoletano nonostante nome e cognome, tirerà fuori anche la sua bandiera: verde-bianco-rosso su quattro metri e mezzo. Poca cosa, si dirà, rispetto all’onda arancione che si annuncia, ma la città – secondo molti - “pende” più per l’Italia. Quando Milena Bertolini e le sue ragazze sono arrivate qui per il primo match contro l’Australia, sono state accolte dalla banda e da un’esuberante “Bella Ciao”. «Per le italiane, Valenciennes ha una particolare simpatia» spiegano alla redazione sportiva della Voix du Nord, il quotidiano locale. Il 5 giugno, l’allenamento a porte aperte di Sara Gama e compagne nello stadio di Dutemple («la culla del calcio del Nord» dicono gli irriducibili) ha attirato una bella folla autoctona di fan. Oggi, sugli spalti, i tifosi non saranno soltanto i temerari arrivati in pullman dall’Italia nonostante le allerte canicola. «Guardare questa squadra giocare fa venire voglia di diventare calciatrice di professione» dice Lola, 15 anni, terzina del Saint-Amand Football club. Le Azzurre devono comunque prepararsi ad avere davanti una grossa onda arancione. 

IN QUINDICIMILA
Gli Oranje hanno già dato prova della loro mobilitazione il 15 giugno in occasione di Olanda-Camerun, quando si sono presentati in 15 mila (con uno stadio che, in configurazione mondiale, può arrivare a massimo 22.600 posti), tanto che il ct del Camerun alla fine era sbottato: «però siamo stati penalizzati dall’organizzazione, questa partita è stata organizzata praticamente in Olanda…». Gli arancioni arriveranno qui da casa al seguito del loro bus scoperto, che accompagna immancabilmente la nazionale (maschi o femmine che siano) dagli Europei del 2004. Gli olandesi non hanno aspettato Francia 2019 per scoprire che il calcio lo giocano anche la ragazze e non solo perché la loro nazionale è campionessa d’Europa: in patria contano ben 100mila tesserate. L’Oranje Parade, con a capo il grande organizzatore e DJ Henk van Beek sfilerà dal centro verso lo stadio. Molti si fermeranno sulla Place d’Armes, dove il sindaco di Valenciennes – che è la città più piccola tra le nove che ospitano il Mondiale – ha deciso di sistemare lo schermo gigante per i molti che non saranno riusciti a trovare i biglietti, andati esauriti in poche ore. Autorizzate anche le birre. Ma capitan Sara non teme nessuna vague arancione: «Gli olandesi avranno più tifosi a sostenerli domani? – ha detto ieri – Nessuna inferiorità da parte nostra. Sappiamo che sono in arrivo molti pullman dall’Italia e poi i nostri tifosi fanno più casino…». 
 
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