Roma, gol, assist e una firma che non arriva: ecco Mkhitaryan, leader all’improvviso

foto Mancini
di Stefano Carina
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 07:30

Fuori l’equilibratore (Pellegrini), squalificato, e almeno in partenza il finalizzatore (Dzeko), Fonseca si affida al suo leader tecnico: Mkhitaryan. Toccherà all’armeno guidare la Roma a Torino. Lo scorso 1 agosto, quando i giallorossi riuscirono ad interrompere la striscia negativa (10 ko consecutivi) all’Allianz Stadium, Miki sedeva in panchina. Fonseca, infatti, alla pari di Sarri, decise che in quella che andava considerata poco più di un’amichevole, bisognava dare spazio alle seconde linee o a chi, come Zaniolo, aveva bisogno di giocare. Stavolta è diverso. E adesso che si fa sul serio, Henrikh è pronto. Perché il campione fa sempre (o quasi) la differenza. L’ex Arsenal prendendo quota all’improvviso dopo che nella scorsa stagione ha trascorso più tempo in infermeria che in campo (appena 22 presenze in campionato), ha aggiustato la Roma. L’exploit dell’armeno è andato di pari passo con il cambio di sistema di gioco. Fonseca, rapito dal talento dell’ex Arsenal, gli ha trovato la collocazione giusta. E i risultati si vedono: ha già segnato più gol dello scorso anno (11, comprese le coppe, rispetto ai 9) ai quali vanno aggiunti 8 assist (10 con le coppe). In campionato è fermo a 9 reti. Soltanto una volta ha fatto meglio: nel 2015-16 con il Dortmund. Record destinato ad essere frantumato. 
FUTURO DA DEFINIRE 
Proprio un anno fa, in un documentario realizzato dal blogger russo Yevgeny Savin, Mkhitaryan ammise di voler giocare sino a 37 anni.

La sorella, anch’essa protagonista nel cortometraggio, si sbilanciò parlando di un finale di carriera in Russia, «magari allo Spartak». Henrik, conosciuta Roma, appare di altro avviso. Anche se va definita la questione rinnovo. Mercoledì Pinto - dopo averne tessuto le lodi («In Europa è alle spalle solo di Bruno Fernandes, in questo progetto può essere importante per crescere i giovani») - ha lasciato intendere come le parti dovessero ancora sedersi e discutere: «Nel suo contratto c’è una clausola che gli permette di esprimere un’opinione sulla permanenza, ma non mi aspetto problemi». In realtà qualche grana è già sorta. Perché la Roma ha comunicato al giocatore di aver esercitato il diritto al rinnovo (stesse cifre di quest’anno: 3 milioni più 2 alla firma). Tuttavia l’armeno ha preso tempo. Al di là del fatto che si aspettava che il club glielo proponesse prima (invece i Friedkin - che ieri hanno annunciato la nuova partnership con la Swiss Hospital Klinik Gut - hanno voluto attendere l’insediamento di Pinto) c’è da risolvere la questione-Raiola, poco soddisfatto (eufemismo) da come sono andate le cose sul prolungamento di Calafiori (commissione decurtata).

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