Intelligente, decisivo, insostituibile: ecco come Mkhitaryan ha stregato Fonseca

foto Mancini
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 07:30

Ci ha messo un po’ a innamorarsi di lui, ma ora è amore vero. «E’ il giocatore più intelligente che abbia allenato». Per carità, la carriera di Paulo Fonseca non è lunghissima, e sicuramente ne incontrerà altri come lui, ma queste parole regalate a Mkhitaryan, subito dopo la vittoria a Crotone, fanno capire quanta stima ci sia nei confronti di questo calciatore. Che gioca un calcio serio e incide in ogni partita, a differenza della passata stagione, caratterizzata da molti infortuni. Altalenante, insomma, come la Roma dello scorso anno. Micki era diverso, giocava in un’altra posizione, da esterno alto del 4-2-3-1, modulo che ha funzionato a singhiozzo e poi abbandonato alla ripresa post lockdown. E’ chiaro come l’armeno si trovi meglio ad agire tra le linee (nel 3-4-2-1), con un altro trequartista al suo fianco, con una copertura del terzino e di un centrale di difesa. Libero di agire, di inventare e i numeri sono con lui: 8 gol e 7 assist (9 e 9 se contiamo l’Europa League), il calciatore che ha inciso di più quasi nella metà delle reti realizzate in campionato (35). Fonseca nelle sedici partite di A, lo ha schierato sempre titolare. Solo in due occasioni non gli ha fatto finire la partite: a Udine, ha giocato 71 minuti e a Crotone 63. Fonseca sfrutta il suo genio, la sua concretezza e il suo spirito di sacrificio. Lo abbiamo visto spesso rincorrere gli avversari negli ultimi minuti, anche contro la Samp, su un campo pesante e dopo una partita faticosa. 
LA SVOLTA
La vera differenza c’è stata dopo la pausa per il Covid. Micki aveva chiuso con la rete di Cagliari, poi alla ripresa, dalla Sampdoria in poi, ha cominciato a giocare con continuità. E come detto, il cambio del modulo, gli ha dato una grossa mano (e non solo a lui). Tre gol nel mini torneo estivo, contro Napoli, Parma e Inter, e due assist. 
IL PRIMO DERBY
Prima della pausa, l’armeno era stato fermo per tanto tempo, giocando solo tredici partite (e non tutte dal primo minuto) su ventiquattro.

Il suo impiego è stato possibile solo dalla terza giornata: il mercato lo ha portato a Roma dopo le gare già giocate contro Genoa e Lazio tra la fine di agosto e i primi di settembre. E proprio la Lazio, infatti, sarà (venerdì prossimo) avversaria per la prima volta, perché ha dovuto saltare pure la sfida di ritorno per infortunio. Ma prima c’è l’Inter (e a breve l’automatico rinnovo), che invece ha affrontato due volte lo scorso anno, uscendo imbattuto sia nell’andata sia nel ritorno (segnando anche una rete). Micki è pronto e dopo le parole di Fonseca magari sarà anche più responsabilizzato. “Intelligente” non è un complimento così. Sono note l’intelligenza e la laboriosità degli armeni, c’è scritto nelle enciclopedie. Ora, dopo i suoi ex allenatori, Lucescu, Klopp, Tuchel, Mourinho, Wenger, Emery, l’ha imparato anche Fonseca.

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