Milinkovic, il ginocchio sinistro non preoccupa ma lascia la Nazionale serba e torna a Roma

rosi
di Alberto Abbate
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Mercoledì 14 Novembre 2018, 09:35
Andata e ritorno immediato. Nessun impegno con la Serbia, Milinkovic cercherà solo di rimettersi in forma in questa sosta. Nessun allarme, anzi quasi quasi il suo rientro è confortante. Il ct Krstajić aveva messo un po’ d’ansia ai tifosi della Lazio: «Sergej ha riportato un’infiammazione al tendine del ginocchio sinistro, è arrivato infortunato. Non ci sarà per la prossima sfida». In realtà l’assenza sarà doppia: salterà le gare contro il Montenegro di Marusic e la Lituania il 20 novembre. Oggi rientrerà nella Capitale e inizierà il protocollo per recuperare in vista del big match del 25 contro il Milan. Dallo staff medico filtra ottimismo sulle condizioni, al momento sulla sua presenza in campionato non ci sono dubbi. «Non so ancora quanto dovrò rimanere fuori. Spero di farlo il prima possibile» sottolinea lo stesso Sergej. E sempre oggi verranno sciolti anche quelli su Caicedo, che da giorni ha iniziato la riabilitazione: gli esami dovranno certificare l’assenza di una lesione. Anche il resto della squadra nel pomeriggio ricomincerà ad allenarsi a Formello. Appuntamento alle 15.30, ma Inzaghi dovrà lavorare a questo punto senza altri 9 nazionali in giro per il mondo: Murgia (Under 21), Pedro Neto (Portogallo Under 19), Caceres (non convocato domenica, ha chiesto la cessione a gennaio), Bastos, Marusic, Berisha, Badelj, Strakosha e infine Immobile. Rientreranno a scaglioni soltanto a partire dall’inizio della prossima settimana, per questo qualche giovane della Primavera potrebbe essere aggregato alla prima squadra. Una seduta al giorno fino a sabato, quando potrebbe andare in scena un’amichevole. Nelle ultime ore si è parlato di un test contro la sorella Salernitana, sulla quale Lotito confessa: «Con me presidente non giocherà mai nello stesso campionato della Lazio. Riformare l’articolo 16 bis, che vieta la stessa proprietà di due squadre nella medesima categoria, è sbagliato. Quindi, se il club campano dovesse salire in Serie A e non dovessi riuscire a venderlo, lo regalerei».
 
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