Scudetto, è il giorno. Bergomi: «L'Inter deve sperare in un miracolo, non era facile senza Hakimi e Lukaku»

L'ex Inter e opinionista Sky: "Il Milan ha avuto meno cali rispetto ai nerazzurri"

Scudetto, è il giorno. Bergomi: «L'Inter deve sperare in un miracolo, non era facile senza Hakimi e Lukaku»
di Salvatore Riggio
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Domenica 22 Maggio 2022, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 05:54

«Solo un miracolo può salvare l'Inter, che deve comunque vincere la propria partita con la Sampdoria e sperare». Giuseppe Bergomi, opinionista Sky (commenterà la finale di Conference League tra Roma e Feyenoord di mercoledì 25 maggio), grande ex nerazzurro, è consapevole che non sarà facile per la squadra di Simone Inzaghi bissare il successo della stagione scorsa.
Impresa ormai disperata?
«Quando non hai il destino nelle tue mani, tutto è più difficile. Poi nel corso degli anni abbiamo visto come le situazioni si possano ribaltare nel finale».
Perché può vincere il Milan?
«I rossoneri hanno un lavoro alle spalle di due anni e mezzo e vincono perché forse hanno avuto una tenuta mentale migliore rispetto a Inter e Napoli. In generale, il Milan ha avuto meno cali».
L'Inter ce la metterà tutta e aspetterà il risultato di Reggio Emilia.
«Se ti vendono Hakimi e Lukaku, diventa difficile rivincere uno scudetto. Anche se Simone Inzaghi ha fatto un ottimo lavoro e ha giocato un calcio bellissimo in alcuni mesi dell'anno».
Secondo lei, fino a questo momento cosa è mancato ai nerazzurri?
«Tutto ruota intorno al derby di ritorno, quello del 5 febbraio vinto 2-1 dal Milan. L'Inter ha dominato 70', poi c'è stata quell'entrata su Sanchez ed è cambiata la partita con la doppietta di Giroud. Se l'Inter avesse vinto il derby, sarebbe andato a +10. Il calendario asimmetrico le ha tolto qualcosa, ha avuto partite difficili tutte insieme e c'era anche la gara di Champions col Liverpool. Poi l'Inter è stata brava a ripartire. Da ricordare che i nerazzurri hanno vinto due coppe e sono in corsa per lo scudetto: è una stagione straordinaria».
Come giudica il lavoro di Simone Inzaghi?
«Per lui era un cambiamento e un cambiamento non è mai facile. Si è trovato con una squadra diversa ed è stato bravissimo».

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Perisic è in scadenza. Non sarebbe una beffa perderlo a parametro zero?
«Ivan per valori tecnici non si può discutere, è da tenere. Ma ultimamente nel calcio, e lo ha dimostrato il Milan, le società devono fare attenzione al bilancio e ridurre il monte ingaggi. Quindi, per tenerlo ci sono altre dinamiche da prendere in considerazione. Detto questo, un giocatore come Perisic non lo trovi in giro tanto facilmente. L'Inter ha preso Gosens, ma è diverso da lui».
Invece, Lautaro Martinez è il simbolo dell'Inter?
«Lui è un buon giocatore, è del 1997 ed è giovane. Ha la cattiveria giusta. Secondo me, si sposava benissimo con Lukaku. Invece, quest'anno con Dzeko ha fatto molta fatica».
In questa volata scudetto quanto è mancato Lukaku?
«Romelu per il nostro campionato era un giocatore determinante. Se Inter lo avesse avuto anche quest'anno, ora ci sarebbero stati altri discorsi da fare. Se lo riprenderei? Sì, ma come fai a prendere un giocatore che guadagna quelle cifre lì».
Infine, a Reggio Emilia può essere l'ultima di Ibrahimovic.

«Zlatan è un campione. Se si dovesse ritirare, il calcio perderebbe qualcosa. Invece, il Milan ora può andare avanti senza Ibrahimovic. Quando è arrivato ha aiutato molto e ha fatto crescere tutti. Sono l'ultimo a dire se deve smettere o meno perché questa risposta deve trovarla dentro di sé. I malanni fisici sono quelli che ti condizionano di più».
 

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