​Lotito: «Zappacosta? Il mercato non è fatto con le figurine. Cori razzisti? Così club ostaggio di dieci stupidi»

Lotito: «Zappacosta? Il mercato non è fatto con le figurine. Cori razzisti? Così club ostaggio di dieci stupidi»
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Martedì 15 Gennaio 2019, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 18:39

«Zappacosta? Il mercato non è fatto dalla collezione di figurine. Se mi piace? Io mi domando se è funzionale e necessario». Così il presidente della Lazio, Claudio Lotito, intercettato davanti Palazzo Chigi da alcuni cronisti. «Queste valutazioni non le fa il presidente - replica il patron biancoceleste - il presidente è il pater familias che sente e ascolta le persone. Ho un allenatore, un direttore sportivo, un team manager che concorrono ad una formazione di un mio convincimento».

«Devono essere messe in campo tutta una serie di azioni volte a reprimere certi episodi, quando questi però sono palesi, evidenti e percepibili. Invece così si rendono le società ostaggio dei comportamenti di dieci stupidi», ha detto Lotito sulle polemiche seguite all'episodio durante il match di Coppa Italia all'Olimpico, con una parte degli ultras della curva Nord che ha intonato cori razzisti e a sfondo antisemita contro i tifosi romanisti. «In uno stadio semideserto - ha aggiunto - si sarebbero sentiti. Invece chi era allo stadio nessuno ha sentito nulla, nemmeno io, tanto è vero che la giustizia sportiva ha ritenuto di non fare nessun tipo di considerazione. Sta diventando una psicosi, una situazione ridicola. La società non deve pagare nulla. Sotto la curva si può sentire qualsiasi cosa, ma in questo caso non li ha sentiti l'arbitro, non li ha sentiti la procura e nemmeno il quarto uomo». «Gli unici cori che si sono sentiti sono quelli nei miei confronti dei tifosi del Novara. La cosa più bella è che poi noi siamo stati abbinati a quei manifesti adesivi, quelli sì che sono razzisti», ha precisato Lotito riferendosi ad alcune scritte a firma di un gruppo romanista “Lazio, Napoli, Israele. Stessi colori”. Sulla posizione del tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, Lotito si dice «d'accordo con il capo della polizia (Franco Gabrielli, ndr), secondo cui ognuno si assume la responsabilità dei propri comportamenti e deve essere consapevole delle conseguenze. A volte può anche essere un boomerang».

Secondo il n.1 del club biancoceleste «che piaccia o no c'è stata una crescita da parte della curva: quando sono arrivato aveva un certo comportamento, oggi ne ha un altro. La nostra è forse l'unica società che ha messo in atto tutta una serie di azioni volte a reprimere certi fenomeni. Poi non posso mettere un poliziotto per ogni tifoso perché è tecnicamente impossibile».

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