Mai un mea culpa o un’ammissione di negligenza da parte di Lotito e Tare. E’ successo con Silva due giorni fa, poco prima con Giroud, con Burak Ylmaz due volte. La mente ricorda però pure Martinez, Honda, Bergessio e soprattutto Nilmar, con Reja aggrappato al telefono in attesa di un transfer mai arrivato dal Villarreal. Storie di fax rotti, blocchi nei metodi di pagamento, corse contro il tempo e mogli di traverso. C’è sempre una scusa pronta a Formello. Un’altra tragicomedia biancoceleste si consuma. Pure David Silva si rimangia la parola.
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SVOLTA
Quattro anni fa la saga drammatica aveva riguardato la panchina con le “follie” del loco Bielsa. Nell’incertezza, alla fine fu una svolta: Inzaghi alla guida e l’inizio di una nuova era, vincente e gloriosa. L’augurio è che anche il dietrofront di Silva possa rappresentare un importante crocevia, anche se non ci si può sempre affidare alla “fortuna”. I tifosi sono rimasti con l’amaro in bocca, ora la Lazio deve comunque alzare l’asticella e far digerire a tutti il boccone con una valida alternativa. Nel 2016 Lotito a un certo punto arrivò persino a dire di non aver mai trattato Bielsa, di aver pensato sempre al pupillo Simone (in realtà destinato già alla Salernitana) e di aver fatto saltare tutto apposta. Se il club avesse già in mano un campione dello stesso valore di Silva, accetterebbero volentieri un’altra bugia. Preoccupa in questo senso l’ammissione di Tare sulla sorpresa di vedere il canario ufficializzato sul sito della Real. Così l’ennesima beffa sa ancor più di figuraccia. Per lottare per lo scudetto, anche nella forma – oltre che nella sostanza - va compiuto un salto di qualità.
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