Lazio-Roma, Marchegiani: «Il derby lo decide Milinkovic»

Lazio-Roma, Marchegiani: «Il derby lo decide Milinkovic»
di Daniele Magliocchetti
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Settembre 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 16:40

Luca Marchegiani, ex portiere, 422 partite in serie A, campione d’Italia con la Lazio nel 1999/2000, 24 derby giocati e dieci stagioni in biancoceleste, ora opinionista e telecronista Sky.


Se le dico derby, a cosa pensa?
«A una partita unica, bellissima, dove ho vissuto e provato emozioni meravigliose ma anche delusioni cocenti. Lì dentro c’è tutto».
Eriksson-Capello ieri, Sarri-Mourinho oggi.
«Quattro allenatori bravi, diversi tra loro, ma competenti e vincenti».
Ne ha vissuti tanti, chi arriva meglio al derby?
«Sono due squadre forti, ma non ancora a posto. Apparentemente ci arriva meglio la Roma per risultati ed entusiasmo, ma certe cose funzionano bene e alcune meno sia da una parte che dall’altra. Forse per Mourinho è più facile perché lavora sul gruppo e sulle motivazioni, è più immediato rispetto a lavorare sulla costruzione di un gioco, visto che la Lazio arriva da un sistema diverso e collaudato».
La Lazio di Torino proiettata al derby?
«L’ho vista un po’ in confusione, ma non perché non sanno quello che devono fare, ma perché cercano di fare quello che chiede Sarri ma non ci sono automatismi. L’impressione che ho io, e senza presunzione, è che riflette troppo».
Si spieghi.
«C’è bisogno di lavoro, ora come esecuzione di squadra viene tutto più lento e questo è normale. Sarri è uno attento alla fase difensiva, la allena molto bene ed è abbastanza singolare che, fino ad ora, la Lazio non abbia ancora terminato una partita senza prendere gol».
Ma quali sono i problemi?
«Non è né Sarri né i giocatori che non si mettono a disposizione, per me mancano alcuni ruoli, alcuni giocatori. Mi riferisco al centrocampo, lo dicono in tanti che avrebbe bisogno di qualche variante. Luis Alberto, Milinkovic e Leiva sono forti, ma se devono rincorrere fanno fatica».
Forse sarebbe meglio essere meno offensivi?
«Il derby si gioca e si vince prima con la testa e poi con le gambe. Ma non credo sia giusto rinunciare alle proprie idee tattiche per l’importanza della partita. Quindi Sarri non si snaturerà».
In campo potrebbero farlo i giocatori a seconda di come andrà la gara.
«Se in campo, l’importanza della partita o delle occasioni porteranno la squadra a rischiare di meno, è altrettanto normale e probabilmente succederà anche. Ma la “tattica di principio”, come si dice a Coverciano, cioè quello che gli allenatori chiedono alla squadra prima della gara, sarà sempre quella, almeno per il tecnico della Lazio, anche perché non sarebbe il segnale giusto da dare ai giocatori».
Il giocatore che la può decidere?
«Avrei detto Pellegrini per loro, ma non c’è, quindi penso ad Abraham, bravo e troppo pericoloso per la difesa della Lazio. Ma uno per cui spendo una parola in più è sempre Milinkovic-Savic, lui può essere decisivo. Determinante. Lui, Luis Alberto ma anche altri potevano tranquillamente stare nella nostra Lazio».
Ricordi. Il derby più bello.
«Ho parato un rigore a Giannini in un derby e per me sarebbe facile dire quello, invece il più piacevole fu uno dei quattro vinti in un anno, l’ultimo, il ritorno in campionato, 2-0 e una consapevolezza di essere più forti di loro».
Il più brutto?
«L’anno che vincemmo lo scudetto, quello dell’andata che dopo il primo tempo eravamo sotto 4-0, ma il più devastante fu il primo di Zeman che perdemmo 3-0 con la Roma di Mazzone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA