Mancini, la sua iItalia è al bacio: gioco, risultati. La Nazionale ora piace a tutti

Mancini, la sua iItalia è al bacio: gioco, risultati. La Nazionale ora piace a tutti
di Alessandro Angeloni
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Martedì 17 Novembre 2020, 07:30

 Un colpo tremendo, tre anni fa, 13 novembre 2017: l’Italia fa 0-0 contro la Svezia a San Siro. Non si qualifica per il Mondiale in Russia: piange la Nazionale e una nazione. Il ct era Gian Piero Ventura, che ha spesso detto che non rifarebbe la scelta di allenare l’Italia e capiamo benissimo il perché. Fallimento totale, quello. Nel gioco e nei risultati, il mondiale mancato soprattutto. L’Italia è stata distrutta e andava ricostruita. Ma non si pensava che, in così poco tempo, sarebbero tornati i risultati, il bel gioco e la passione della gente. Una buona parte del merito di questa nuova èra azzurra va ascritta a Roberto Mancini, che per tanti, dopo le esperienze in grandi squadre, aveva perso lo smalto del maestro di calcio. E poi in quel periodo, si diceva, che in Italia non c’era la “materia prima”: quindi un incarico fallimentare in partenza, il suo. Nulla di tutto questo, invece: Mancini ha puntato sulla qualità, sui giovani, ha portato nel gruppo qualche elemento presente con Conte e Ventura (Bonucci, Chiellini, Jorginho, Florenzi, El Shaarawy, Immobile, Belotti, Donnarumma, Perin, Gagliardini, Insigne, questi ad esempio erano presenti la infausta serata di Milano tre anni fa). Mancini è stato nominato ct azzurro il 14 maggio 2018 in sostituzione di Gigi Di Biagio (ad interim), ha giocato 24 partite, con 67 calciatori convocati nella sua gestione. Al di là delle opinioni che si possono esprimere sul suo lavoro, il fatto più eclatante è questo: l’Italia del Mancio ha già ottenuto la qualificazione alla fase finale di Euro 2020 (saltata per il Covid e rimandata a giugno 2021) vincendo il girone a punteggio pieno (10 vittorie su 10), ha ottenuto di essere testa di serie nel sorteggio per le qualificazioni ai Mondiali di Qatar 2022. E in più, dopo la vittoria contro la Polonia è a un passo per vincere il girone di Nations League e accedere alle Final Four, che - se confermerà questo primato nel girone - giocherà a Torino e Milano il prossimo autunno. Mancio si è anche permesso pure il lusso di superare il mito Vittorio Pozzo, che si era fermato a 9 vittorie consecutive ( tra il 1938 e il 1939),come numero di vittorie di fila.
AZZURRO BELLEZZA
Ha avuto coraggio, il ct. Ha creato una struttura tattica e una mentalità nella quale calare ogni singolo calciatore. E in questa fase di emergenza totale, tra assenti per il Covid e/o per infortuni, la squadra è riuscita lo stesso a essere se stessa pur non avendo sempre gli stessi interpreti. Mercoledì scorso, in amichevole contro l’Estonia, hanno esordito altri cinque giocatori, Calabria, Bastoni, Pellegri, Luca Pellegrini e Pessina, per non parlare poi di Zaniolo, chiamato senza nemmeno un minuto in A. Mancini ha preteso dai suoi un calcio ambizioso, ad alta velocità. Un tiki taka che ricorda quello del primo Barcellona di Guardiola: il gol di Berardi contro la Polonia è arrivato dopo 29 passaggi di fila. Applausi. E l’Italia oggi piace, la si segue con trasporto: sono stati 6 milioni 629 mila, pari al 23.6% di share, gli spettatori davanti alla tv per la sfida dell’altra sera contro la Polonia. E vedremo mercoledì, quando in Bosnia si capirà se si andrà o meno alla fase finale di Nations. Magari con Mancini, forse, di ritorno.
LE NOTI DOLENTI
In mezzo a tanta bellezza, Mancini sa bene che il suo lavoro non è ancora completo.

Gli manca un centravanti più prolifico, sia Belotti sia Immobile, nonostante i loro numeri in campionato, in Nazionale non trovano la stessa continuità sotto porta. L’Italia gioca bene, produce molte palle gol, ma realizza meno di quello che potrebbe. Si è affidato anche a Ciccio Caputo, over 30, ma con il vizio del gol. Da qui a giugno, questa è la missione: presentarsi all’Europeo con un centravanti vero o con un Immobile in stile Lazio. E poi, altro aspetto che va chiarito: il contratto. Mancini ha rinnovato automaticamente fino al 2022 – anno in cui si terranno i Mondiali in Qatar – dopo la conquista della qualificazione a Euro 2020. Al momento guadagna 2 milioni di euro l’anno, stipendio che lo rende l’allenatore più pagato della storia dell’Italia dopo il solo Antonio Conte (che ne percepiva 4,5). Ma Mancini sente di meritare di più per il lavoro che sta svolgendo. Gravina per ora glissa, ma questo presto sarà tema di discussione. Come quello legato a un ritorno di Marcello Lippi come direttore tecnico. Due figure che dovranno dimostrare di essere compatibili. Intanto Mancio si gode il momento, da positivo al Covid e isolato a casa. «Una grande prestazione di squadra. Non era facile, ma abbiamo avuto la giusta mentalità. Complimenti ai ragazzi, al mister Chicco Evani e a tutto lo staff di una bellissima Nazionale». Bellissima, al bacio, per rendere omaggio al suo amico Vialli. E la Nazionale aspetta il ritorno di Mancio, ma dipende dal tampone. 

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