Lucas Leiva, ecco un boss per la Lazio

Lucas Leiva, ecco un boss per la Lazio
di Daniele Magliocchetti
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Giovedì 5 Ottobre 2017, 07:30
Un Guerriero silenzioso. Uno che sta sempre al posto giusto nel momento giusto, che riesce ogni volta che ne ha occasione a mettere le cose in ordine e che non ama molto i riflettori. Il giocatore perfetto, soprattutto per Inzaghi che questa estate non sapeva come poter rimpiazzare Biglia. In appena due settimane di lavoro con la Lazio, Lucas Pezzini Leiva aveva già i galloni da leader, conquistando la fiducia dell’intero spogliatoio. Non è un Principito come il suo predecessore, anche se ci va molto vicino, ma un vero e proprio “The Boss”, come l’hanno ormai soprannominato i suoi compagni di squadra. E non poteva essere altrimenti, considerata la sua fama, la sua esperienza al Liverpool e i suoi maestri, Gerrard per primo, ma anche Carragher. Due glorie dei Reds, ma soprattutto due amici coi quali ha un rapporto stretto e quasi quotidiano. Per quanto sono legati, entrambi non nascondono di sbirciare ogni tanto le gare della Lazio da veri e propri spettatori. Il mito del Liverpool, oggi allenatore, ad un emittente inglese un po’ di tempo ha perfino rivelato che appena può guarda i biancocelesti e le prestazioni del suo amico Lucas. 

IL FRANGIFLUTTI BIONDO
Il suo arrivo, inizialmente, non era stato preso benissimo. Tanti pensavano al classico giocatore mollato dalla grande squadra perché non più idoneo al grande calcio, per via delle sue condizioni fisiche. Una baggianata. La classica che gira nell’ambiente laziale quando c’è un po’ di diffidenza all’arrivo di un nuovo acquisto. Una cosa che ha dato un po’ di fastidio anche al giocatore, ma che da un certo punto di vista lo ha pure stimolato. Ed in effetti, a suon di tackle, di contrasti e di passaggi ben riusciti, il numero sei biancoceleste è tra i primi dieci giocatori della serie A ed è già entrato nel cuore della gente, tanto da meritarsi la sua prima “standing ovation” al debutto contro la Juventus in Supercoppa, quando a dieci dalla fine è uscito per un piccolo infortunio. Una partita, quella, che ha segnato il destino del regista laziale, non solo perché ha giocato da top-player, ma pure perché rispetto al suo predecessore, che con la Juve nel 2012 steccò al debutto in Supercoppa, ha incantato con la conquista del trofeo. 

UNA SCELTA DI CUORE 
Da tempo il diesse Tare sapeva della voglia di Biglia di andar via e da subito aveva individuato in Lucas Leiva il suo successore. Ma la Lazio ha sudato freddo per settimane, anche perché sul giocatore c’erano tante squadre, tra queste il Fenerbaceh, che gli aveva garantito uno stipendio d’oro. Ma non c’erano solo i turchi, di offerte ne sono arrivate parecchie. Ma lui, che aveva una predilezione per l’Italia, anche per via delle origini italiane della mamma, e dopo aver parlato con il direttore sportivo e Inzaghi, alla fine ha scelto Roma. Si sussurra pure che tra i consiglieri sulla scelta laziale ci sia stato lo stesso Gerrard. Lucas adesso si gode il momento, e non pensa assolutamente a cullarsi sugli allori. Anzi lavora più di prima, con umiltà e dispensando consigli ai più giovani come Murgia, che già lo venera. In campo tutti lo stanno a sentire e quando c’è una difficoltà, il brasiliano è sempre pronto ad accompagnare e aiutare. Un po’ quello che ha fatto con Luiz Felipe a Verona, standogli spesso vicino al suo debutto da titolare. Un esempio da seguire, un leader che può insegnare alla Lazio come si diventa grandi. 
 
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