Luca Marelli: «Date fiducia a questi arbitri: cresceranno»

Luca Marelli: «Date fiducia a questi arbitri: cresceranno»
di Roberto Avantaggiato
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 09:01

Luca Marelli, possiamo definirla un insegnante di regolamento?
«Grazie, ma basta la definizione di commentatore tecnico arbitrale che ho a Dazn».
Commenta, ma soprattutto spiega...
«È l’obiettivo che mi sono posto sin dal primo momento in cui ho iniziato: far conoscere il regolamento».
Non tutti lo comprendono, però.
«Perché in tanti vogliono giustificazioni agli errori, mentre io cerco di dare spiegazioni».
 

Come nel caso dell’arbitro Serra, lunedì scorso?
«Capisco il ragazzo, perché anche a me, quando arbitravo in A e B, capitò di sbagliare in modo così eclatante: assegnai un rigore per un fallo fuori area».
Anche lì arrivarono le scuse ufficiali dell’Aia?
«Guardi, parlare di scuse è sbagliato. Credo ci sia stato un semplice colloquio a fine partita, negli spogliatoi, come talvolta accade. Ma nulla di più. È stato un gesto che è stato fortemente strumentalizzato».
Serra, però, ha chiesto scusa ai giocatori.
«Ci può stare. Una volta, fuori dallo stadio dopo una partita in cui ero in campo, incontrammo un dirigente che ci fece notare un errore. Sa cosa rispondemmo? “Guardi, non abbiamo certezze, ma se abbiamo sbagliato ci scusi”. Ma non erano certo scuse ufficiali».
Giusto non “isolare”Serra?
«Sì, Rocchi in questo è stato molto bravo. Mandarlo al Var anche in serie B significa non abbandonarlo ai sui dispiaceri. E Rocchi, con quel famoso Juve-Roma, sa bene quanta forza ci vuole a reagire dopo errori clamorosi».
 

Serra è uno dei giovani che il designatore sta lanciando. 
«Un lavoro non facile, ma che sta dando dei buoni risultati».
Ne è convinto?
«Sì, rispetto ad un anno fa le cose sono migliorate molto. Ci sono i numeri che parlano a favore di Rocchi».
In passato, però, c’era una classe arbitrale con tanta personalità.
«Se pensiamo all’era di Collina, Cesari e Braschi parliamo di una generazione straordinaria. Speriamo torni...»
Ci sono le condizioni?
«Se si lavora sulla base, spingendo i ragazzi a mettere da parte la playstation per andare in campo dico di sì. Per ora ci sono giovani come Sozza e Ayroldi, per citarne due, che hanno un bel futuro». 
Milan-Juve però è stata affidata a Orsato.
«E mi ha sorpreso. Pensavo a Valeri, perché chi dirige i big match viene deciso in anticipo, non all’ultimo momento. Invece Valeri farà il Var, magari c’è stato qualche problema».
Lui e Doveri non sono più internazionali.
«Pensavo che per loro ci sarebbe stato un contraccolpo, in realtà stanno arbitrando molto bene».
Chiffi e Pairetto i nuovi internazionali, invece, ancora devono convincere.
«Forse il peso delle responsabilità che aumenta si fa sentire. Ma è giusto dare possibilità a chi è più giovane di crescere».
 

Anche l’unione delle Can A e B ha aiutato?
«Senza dubbio. Da tre anni a questa parte la situazione è migliorata tantissimo».
Migliorerà anche la comunicazione degli arbitri?
«Me lo auguro fortemente. Lo sostengo da tempo. Il progetto del canale mediatico è un indizio importantissimo».
Sulla Var lei dice sempre che con la moviola non ha nulla a che vedere.
«Sì, e devo dire che l’utilizzo che viene fatto ora mi piace. Ci sono errori, è ovvio, ma se l’Aia spiegasse perché viene utilizzata in alcuni casi e in altri no, magari rivelando anche i colloqui in cuffia, aiuterebbe molto».
E il challenge?
«Sono favorevole alla chiamata di parte.

In Usa è una prassi che funziona, da noi bisognerebbe provarla. Magari non subito in serie A, ma in coppa per esempio. D’altronde, se non si sperimenta non si potrà mai capire se potrà funzionare o meno».

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