Lotito e l'arma segreta per il processo tamponi: «Protocollo mai approvato da Coni»

Lotito e l'arma segreta per il processo tamponi: «Protocollo mai approvato da Coni»
di Alberto Abbate
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Giovedì 25 Marzo 2021, 07:30

Un lavoro immenso per provare a smontare punto per punto le accuse sul caso tamponi della Procura Federale. La Lazio ha deciso di affidarsi a tre periti per coadiuvare l’avvocato Gentile. In pratica, è stata riscritta tutta la difesa biancoceleste. Scompare quasi del tutto il dirigente dell’Asl Roma Uno De Rosa, su cui si poggiava l’eventuale ok dato a Immobile prima del Torino a effettuare il tampone. Lui stesso ci aveva detto di non voler più parlare di questo tema scottante: «Non ho ricevuto nessuna chiamata dalla Lazio per testimoniare e ho già detto alla Procura della Repubblica d’Avellino tutto quello che avevo da dire». In realtà, via e-mail, lo ha fatto anche alla Procura Federale. Il club capitolino potrebbe invece chiamare il direttore generale dell’Asl di Civitavecchia, già citato da Lotito «competente sul Centro Sportivo di Formello, per informarlo dell’accaduto e di aver ricevuto, dal predetto, il suggerimento di interessare direttamente le Asl competenti per i rispettivi domicili dei singoli tesserati». Si insiste anche sul difetto di giurisdizione fra quanto successo con i test molecolari europei e quelli italiani, per questo la Lazio vorrebbe portare in aula (o meglio, in videoconferenza a circuito chiuso) anche i rappresentati della Sylab (la dottoressa Lapucci, il responsabile Dell’Innoenti e il P.O.C Franchin) dal pm Chiné già interrogati. Sarà il presidente del Tribunale Federale Mastrocola domani a decidere se ammetterli. È chiaro che, se così fosse, potrebbero allungarsi i tempi e la sentenza – prevista per la serata stessa - slittare per ovvi motivi.
PROTOCOLLO E AUTODIFESA
Avrebbe una nuova arma segreta, la Lazio, da giocarsi: il Protocollo Figc non è stato approvato dal Coni.

Lotito punta in ogni modo a salvarsi: se con l’inibizione dovesse accumulare – negli ultimi 10 anni – 12 mesi di qualifica e un giorno, direbbe a vita addio a tutte le cariche federali. Rimane la “strategia 231” fra le sue mani, come si evince dalle tre pagine della Procura Federale con le sue dichiarazioni: «Il sistema dualistico della Lazio prevede una serie di organismi e passaggi. In materia sanitaria io ho delegato le mie funzioni. Ci sono 16 medici autonomi e io mi sono occupato dei tamponi solo in situazioni eccezionali. Ho contattato il segretario Uefa Marchetti solo perché sono stato investito dai miei organi. Quindi insisto di non aver posto in essere nessuna condotta, né dolosa, né colposa, nella scelta delle persone a cui ho delegato alcune funzioni». In ogni caso, nonostante Lotito sia impegnato anche nell’Assemblea di Lega, la Lazio non chiederà nessun nuovo rinvio del processo domani.

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