Lotito, è sempre buona la prima: altra vittoria del patron alla "prima" contro l'esordiente collega Usa

Lotito, è sempre buona la prima: altra vittoria del patron alla "prima" contro l'esordiente collega Usa
di Stefano Carina
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Sabato 16 Gennaio 2021, 07:30

Dura lex sed lex. Chissà se Lotito, amante dei latinismi, al fischio finale l'avrà pensato. Dopo aver battuto al debutto nei derby sia Di Benedetto (2-1) che Pallotta (3-2), ieri il presidente biancoceleste ha superato anche il terzo statunitense. Friedkin, alla prima stracittadina, incassa tre reti e benché ospite per il calendario, vede la Roma perdere per la prima volta all'Olimpico. Al di là della disfatta, è un peccato che Dan - che ha voluto comunque esserci nonostante avesse un tutore al ginocchio e fosse costretto a muoversi con le stampelle - con il figlio Ryan abbiano dovuto viverlo come una partita 'normale'. Senza pubblico, senza coreografie, senza pathos che soltanto un Olimpico gremito sa regalare. Senza il boato che accompagna la lettura delle formazioni, gli sfottò che si materializzano sotto forma di striscioni, il botta e risposta che accompagna l'attesa per il fischio d'inizio. Il calcio ai tempi del Covid, somiglia purtroppo ad un grande acquario, con le urla dei calciatori in campo che per una notte si sono confuse ancor di più con quelle del tattico Tiago Leal, assiepato in tribuna e più agitato che mai.

CAMBIO DI POSTO

Se per un match casalingo con Benevento, Crotone o Spezia puoi far finta di nulla, in occasioni come il derby la differenza è notevole. Rispetto al solito, Dan e Ryan, stavolta occupano il palco 21, quello che normalmente viene assegnato ai familiari dei calciatori. Tiago Pinto quello contiguo, il 22, con Fienga più avanti. Lotito - che prima del via era sceso in campo per presenziare al gemellaggio con la nazionale sacerdoti, il che comporterà in futuro anche l'impegno della Lazio per il rilancio del calcio negli oratori - si posiziona in Tribuna Autorità.

A separarli una distanza più ideologica che metrica. Lotito ha infatti iniziato a preparare il derby già dalla vigilia. Lui che dal 2004 di stracittadine non ne ha persa nemmeno uno, prima del fischio d'inizio aveva già lasciato il segno. L'assist glielo aveva regalato una battuta del Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, chiamato a scegliere tra la fede giallorossa e la crisi di Governo. Apriti cielo: parole che sono diventate un caso.

NOTTE INSONNE

Una replica che conferma la presenza tangibile del presidente biancoceleste. A voce, via agenzia, al telefono, tutto passa per Lotito. Agli opposti per ora la comunicazione giallorossa. Non solo con i Friedkin dei quali, dopo 5 mesi, ancora non si conosce la voce. Ma la voglia del low profile passa per Fonseca e si estende a Tiago Pinto. Probabilmente scottati dal modo di esporsi di Pallotta, fatto di proclami e promesse non mantenute, alla nuova proprietà - oltre che averlo nel dna - è stato consigliato di non esporsi. E il motivo è semplice: se non parli, nessuno può rinfacciarti nulla. Una scelta ben precisa: alla presenza fisica in loco, si accompagna la volontà di demarcare con una netta discontinuità alcune scelte del passato. E la comunicazione è una conseguenza, volta ad abbassare i toni, con sobrietà e senza enfasi. Anche l'estendere al medio-lungo termine il progetto, se da un lato è naturale, considerando che il closing c'è stato il 17 agosto, dall'altro è un modo per guadagnare tempo. Quello che Lotito invece rincorre quotidianamente, tanto da «dormire tre ore e mezza a notte». E forse, ieri, nemmeno quelle.

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