Lo sport e gli scandali: quando potere e soldi prevaricano la competizione

Lo sport e gli scandali: quando potere e soldi prevaricano la competizione
di Carlo Santi
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Lunedì 21 Dicembre 2015, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 16:45
Il mondo dello sport è sempre più attraversato dagli scandali. Ci sono giochi di potere che sono lontanissimi dalle competizioni che, troppo spesso, sono solamente optional per scopi che dirigenti senza scrupoli vogliono raggiungere ad ogni costo. Lo sport è troppe volte zona franca. Lo è nel nostro calcio dove per anni tutto è stato concesso, negli stadi ma anche fuori, e ci riferiamo anche ai club dove i controlli fiscali sono stati minimi se non nulli. Non si spiegherebbero, altrimenti, debiti enormi anche con il fisco.
E’ una casta questo sport, o almeno così hanno pensato - e pensano - tanti dirigenti che si ritengono padroni intoccabili.
Adesso Blatter e Platini sono fuori dai giochi per otto anni. Per il padrone della Fifa, il quasi ottantenne colonnello Blatter, è la chiusura della sua carriera che, peraltro, aveva già annunciato nei mesi scorsi dopo la bufera scoppiata intorno alla sua Federazione e dopo una lunghissima - forse troppo - gestione del calcio mondiale. Platini, che adesso cercherà di difendersi di nuovo tornando al Tribunale arbitrale dello Sport di Losanna che, qualche settimana fa, lo ha già bocciato non annullando la sospensione di 90 giorni da presidente dell’Uefa comminata lo scorso 8 ottobre, darà battaglia. Le Roi vorrebbe guidare il calcio mondiale ma questa sentenza, che potrebbe essere ribaltata, non gli concederà troppa trasparenza. Sarà, comunque vada, una macchia.
Gli scandali emersi nei mesi scorsi, corruzione messa in luce dall’inchiesta della Fbi che ha svelato oltre vent’anni di nefandezze per assegnare Mondiali ma non solo con le tangenti. Tutti sotto inchiesta e adesso la camera arbitrale del Comitato Etico della Fifa li ha fermati. «Pagamento sleale» è stato spiegato riferendosi al pagamento di 1,8 milioni di euro effettuato nel 2011 da Blatter in favore di Platini per un lavoro che sarebbe stato svolto quasi dieci anni prima.
Adesso la camera arbitrale del Comitato Etico, che è stata presieduta da Hans Joachim Eckert, ha evidenziato che «Blatter, nella sua qualità di presidente della Fifa, ha autorizzato il pagamento al signor Platini che non aveva fondamento giuridico». Inoltre, sempre secondo la Commissione Etica, Blatter «si è trovato in una situazione di conflitto di interessi» oltre ad aver «violato il suo dovere fiduciario nei confronti della Fifa».
Parliamo del calcio ma altri sport non sono esenti da questi scandali. L’atletica mondiale è in prima fila, con il caso del doping di Stato in Russia che sarebbe stato coperto dall’ex presidente Lamine Diack che, in cambio del silenzio, avrebbe preteso soldi (1,5 milioni di euro, sembra) per finanziare la campagna politica elettorale dell’opposizione in Senegal, il suo Paese.
I signori degli anelli - ci riferiamo a tanti membri del Cio - hanno gestito i loro voti in cambio di favori. Qualche anno fa è stata fatta un po’ di pulizia, ma il potere è rimasto. Adesso il nuovo presidente dello sport mondiale, Thomas Bach, con l’agenda 2020 ha cercato di portare dei correttivi sul tema delle Olimpiadi che sono una straordinaria macchina da soldi: diritti televisivi, di merchandise e con gli sponsor muovono cifre di denaro enormi. Per sopperire alla mancanza di vocazioni, ovvero di candidature, il Cio mette sul piatto 2 miliardi di dollari alla città che si aggiudica i Giochi olimpici. Non divide tutta la torta degli introiti che rimane in gran parte a Losanna, ma qualcosa concede.
Nel calcio di casa nostra non mancano guai come quello dell’assegnazione dei diritti televisivi da parte della Lega di serie A ma se scendessimo a livelli assai più bassi scrutando Federazioni, società e dirigenti dello sport italiano, ci troveremmo in una rete di scandali infinita.
 
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