Primi a fermarsi e primi a ripartire: la Ligue 1 ricomincia “zoppa”

Primi a fermarsi e primi a ripartire: la Ligue 1 ricomincia zoppa
di Francesca Pierantozzi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Agosto 2020, 09:30
«Sarà una stagione particolare, bisogna essere pronti a tutto, ad adattarsi rapidamente. Ma siamo pronti, altro che se siamo pronti! Non vediamo l’ora di essere in campo!» Il tono di Imran Louza, centrocampista del Nantes, è entusiasta ma la faccia tradisce parecchie perplessità. Stasera alle 19 sarà in campo con i suoi al Matmut Atlantique per la partita che segna la ripresa della Ligue 1 e del calcio francese ai tempi del Covid: Bordeaux-Nantes. Un bel classico: il derby dell’Atlantico, ma in realtà un match improvvisato che annuncia un campionato altrettanto imprevedibile. Avrebbero dovuto riaprire i giochi l’Olympique Marsiglia e il Saint Etienne, per ricominciare con uno bello scontro frizzante per far dimenticare – almeno un attimo - gli spalti brizzolati con massimo 5mila tifosi, tutti con mascherina. Ma niente: quattro giocatori positivi al Marsiglia hanno costretto a rinviare il match con i Verdi del Saint-Etienne a metà settembre. In tutto i giocatori francesi di Ligue 1 positivi sono una quarantina. Il “Consiglio scientifico” della Federcalcio (4 epidemiologi e due virologi) ha stabilito quando scatta il divieto di scendere in campo: 4 contagi in meno di otto giorni. Ieri sembrava a rischio anche Nimes-Brest, con due giocatori del Nimes positivi e tamponi ancora in corso. Da quando il Psg è diventato campione a tavolino della stagione 19-20 di una Francia in lockdown e di un torneo amputato a marzo dall’epidemia, sembrano passati anni luce. Il calcio francese è morto – furono i primi a decidere lo stop – e poi risorto, con il Psg che domenica disputerà a Lisbona la sua prima finale di Champions contro il Bayern e il bel Lione di Rudi Garcia che ha rischiato di rendere la finale tutta francese dopo la bella prestazione nella Final 8. Paradossi ai tempi del Covid: si festeggia il Psg in finale (ma a casa, perché la fan zone di dopodomani è stata interdetta, e anche andare in giro per strada con la maglia della squadra potrebbe essere multato), ma parte un campionato zoppo, con molte tifoserie che hanno annunciato che non andranno negli stadi semivuoti (un po’ per prudenza sanitaria, un po’ per tristezza) e gli allenatori che denunciano giocatori “traumatizzati e già stanchi”, squadre preparate a metà perché, con giocatori positivi anche senza sintomi, torna l’obbligo dell’allenamento senza contatto. Le società finora immuni non esultano: «siamo vigilanti, tartassiamo i giocatori ogni giorno con messaggi forti. Chiediamo in continuazione di fare test, di farli fare alle loro famiglie, di essere prudenti nella vita di tutti giorni, di limitare al massimo i contatti. Ma inutile farci illusioni, il pallone, stavolta, fa acqua da tutte le parti...» ha detto qualche giorno fa sconsolato il presidente del Rennes Emmanuel Orhant. Prima di essere rimandato a settembre, il Marsiglia aveva provato a risollevare un po’ il morale generale, chiedendo per il match inaugurale una deroga alla prefettura: far entrare al Velodrome 20mila tifosi invece di 5mila, ma la richiesta era stata subito respinta. Bisognerà aspettare anche per vedere in campo le due francesi migliori: il Lione – causa impegno in Champions – debutterà solo a settembre contro il Montpellier, come il Paris Saint-Germain, che comincia la nuova stagione in casa, prima di aver terminato la vecchia, dopodomani a Lisbona. Il calendario distorto al tempo del Covid. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA