Lecce-Lazio, Milinkovic ha voglia di bis. Lotito: «Discuteremo del rinnovo, non ne ho parlato con la Juve»

Lecce-Lazio, Milinkovic ha voglia di bis. Lotito: «Discuteremo del rinnovo, non ne ho parlato con la Juve»
di Alberto Abbate
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 14:01

Il suo sorriso illumina la Lazio: il dolore alla caviglia è passato, Milinkovic è tornato. Meravigliosamente spocchioso come un tempo: «Sapete dove trovarmi se avete bisogno di un assist di tacco al volo», gli auguri ai fanta-allenatori per il nuovo anno. Da giorni sta già sfoggiando i suoi numeri in allenamento, oggi pomeriggio (ore 16.30) a Lecce ripasserà il repertorio. I salentini non hanno mai dimenticato quello spauracchio serbo, che il 10 novembre 2019 li schiacciò 4-2 all'Olimpico, con assist, eurogol e rigore conquistato. Quel giorno Milinkovic aveva interrotto un'astinenza di un mese e mezzo con la Lazio. Guarda caso lo stesso tempo trascorso per lo stop di questo campionato. Sergej ha chiuso la prima parte con 3 reti e sette assist, ha partecipato a 14 azioni biancocelesti terminate con il gol, come nessun altro. Rimane il migliore del torneo in corso, nonostante non abbia brillato allo Stadium e sia poi tornato dal mondiale in Qatar ancora più deluso: «Era un po' acciaccato, è normale. Oltretutto le voci continue su di lui minano la sua serenità spiega Sarri e adesso conterà più la testa delle gambe in una ripartenza dopo una pausa così lunga, avuta solo durante il lockdown».

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PELLEGRINI E BONAZZOLI

Eppure Milinkovic, in scadenza nel 2024, resta al centro dei rumors.

Lotito a novembre aveva aperto i discorsi sul rinnovo (a 5 milioni a stagione, compresi i bonus): «Appena rientrerò da Cortina li riprenderò. Voglio parlare con Sergej, guardarlo negli occhi e capire davvero cosa vuole fare in futuro e quanto ama la Lazio. Per me è un campione assoluto, non è in vendita e non ho chiamato la Juve per inserirlo in nessuna trattativa di mercato». È la Vecchia Signora piuttosto a provare a distendere i rapporti concedendo, con un gentleman agreement, il prestito biennale di Luca Pellegrini per avere eventualmente una corsia preferenziale sul serbo (l'Arsenal non lo molla) a giugno. Lotito insiste anche su Bonazzoli con la Salernitana, ma è più difficile avere il vice-Immobile solo a titolo temporaneo. Sarri avrebbe voluto Parisi e Rafa Silva, ma alla fine si è convinto sui giovani di prospetto, anche se precisa subito: «Non penso ci siano grandi possibilità di migliorare la squadra, si può rendere però più organica la rosa a gennaio. Il presidente è stato impegnato con qualcosa di più importante negli ultimi tempi (l'emendamento Salva Calcio in Senato, ndr), poi a fine dicembre ha staccato un po'. Quando rientrerà, ne parleremo». Il filo fra i due resta diretto, nelle parole di Maurizio non compare il ds Tare, che pure si dovrebbe occupare del mercato.

CAMPI DA TERZO MONDO

Ieri pomeriggio non è partito per Lecce, Luis Alberto. Ci ha provato in allenamento sino all'ultimo, ma quando calcia sente ancora male al ginocchio. Il dolore del Mago stavolta è vero, ma anche la solita saudade della Liga, come rivela il presidente del Cadice Vizcaino: «Vuole venire da noi e questo è motivo d'orgoglio, ma l'operazione è impossibile da fare al momento». Il motivo, lo ribadisce Lotito: «Non ho nessuna intenzione di cederlo in prestito, nemmeno con diritto di riscatto». Il tecnico assicura di non avere niente contro lo spagnolo, però ci va sempre giù duro: «Leggo di Luis Alberto che vuole andare via perché non va d'accordo con l'allenatore, io sono arrivato a luglio 2021 e lui non venne in ritiro perché voleva la cessione. Ho ereditato la situazione, non l'ho certamente creata. Può essere comprensibile la sua voglia di tornare in Spagna in ogni sessione, poi è sempre rimasto e ci ha dato il suo apporto». Intanto è fuori alla prima in cui il campo dello stadio Via del Mare non consentirà chissà quale esaltazione tecnica né il palleggio: «Non sembra avere un manto di grandissimo livello, speriamo che all'Olimpico invece siano veritieri i progressi evidenziati dal report che mi è stato consegnato. Di certo in Italia avevamo i campi top al mondo, in 20 anni siamo diventati il terzo mondo».

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