Lazio-Torino: è scontro totale sul rinvio

Lazio-Torino: è scontro totale sul rinvio
di Alberto Abbate - Emiliano Bernardini
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Martedì 2 Marzo 2021, 07:30

Lo scontro è totale. La Lazio si allena. Il Torino viene fermato dalla Asl e non parte per Roma. La partita non si gioca. Però nessun rinvio ufficiale. Ore di tensione e imbarazzo. Calendario alla mano si potrebbe recuperare il 7 aprile, data che verrà comunicata però solo dopo l’uscita dei biancocelesti dalla Champions. Ma è concreto il rischio di finire in tribunale. Senza rinvio la Lazio si presenterà in campo. A quel punto però dopo i tre gradi di giudizio si finirebbe per giocare a fine campionato con tutte le conseguenza del caso. Lotito e Cairo non parlano ma i pensieri sono palesi. Il loro rapporto è ai minimi storici. La Lega di A balla sulle punte perché fino all’ultimo ha tentato di evitare lo scontro politico e anche un nuovo Juve-Napoli, cercando di far giocare la partita. Tanto che nella mattinata di ieri aveva sondato la possibilità di spostare la gara di 24 ore, visto che la quarantena imposta dall’Azienda Sanitaria locale di Torino finisce alla mezzanotte di oggi. Niente da fare perché la Lazio giocherà sabato con la Juve, impossibile spostare anche quella perché i bianconeri sono impegnati martedì nel ritorno degli ottavi con il Porto. A via Rosellini a Milano si sono vissute ore di imbarazzo. Cagliari e Parma (in lotta con il Toro per la retrocessione) in pressing sulla conferma del match, dopo esser state costrette a scendere in campo in precedenza con situazioni di rosa più che precarie. La stessa Juve si fa sentire. Il disastro è servito. Tutti scontenti. 
LA POSTILLA
Ancora una volta torna il problema delle Asl che rischiano di decidere i campionati. E già, era proprio quello che Lotito e altri presidenti temevano quando nel comunicato numero 51 della Lega di serie A (stilato dopo il focolaio scoppiato al Genoa) venne inserita una postilla che recita: «Fatti salvi eventuali provvedimenti delle Autorità statali o locali». La manina che lo inserì mandò su tutte le furie il presidente biancoceleste, che tentò in tutti i modi invano di farlo togliere. E proprio quella postilla ha permesso al Napoli di non presentarsi allo Stadium il 4 ottobre scorso e di ribaltare al Collegio di Garanzia del Coni lo 0-3 a tavolino infertogli dal giudice sportivo. Un caso che ha inevitabilmente fatto giurisprudenza, creando anche non poche polemiche tra i presidenti per la scelta della Figc di non costituirsi parte civile. Inevitabilmente si riparte da qui: le Asl possono indirizzare il rinvio delle partite, decisione che comunque spetta alla Lega di serie A. Quello che preoccupa è la discrezionalità con cui una Asl possa decidere o meno di fermare la trasferta di un club. A Napoli bastarono le positività di Elmas e Zielinski, al Genoa non servì mezza squadra contagiata. 
INTERPRETAZIONI
«Riunire la squadra è impossibile», informa la Asl in una comunicazione «di cortesia» inviata in serata alla Lega.

Da via Rosellini non hanno potuto far altro che formalizzare la decisione. Decisione che ha mandato su tutte le furie la Lazio. I biancocelesti e una parte della Lega sostengono che il Torino abbia già giocato il bonus del rinvio (venerdì contro il Sassuolo). Diversa l’interpretazione della Figc e di un’altra ala della Lega, che sostengono invece che le Asl possano intervenire ogni volta che lo reputino necessario e di conseguenza si possano fare più rinvii. Diciamolo chiaramente il protocollo funziona se c’è un gentleman agreement tra presidenti altrimenti fa acqua da tutte le parti. Il rischio di una paralisi del campionato sia più che concreta. Soprattutto alla luce delle nuove varianti sempre più contagiose. Un pericolo che Lotito ha sempre cercato di scongiurare e che ora rischia persino di pagare. Già, impossibile dimenticare come la violazione del Protocollo contestata ora dalla Procura Federale parta dalle mancate comunicazioni alla Asl. In particolare quella pre-Bruges (secondo la Lazio doveva essere a cura di Synlab) non avrebbe permesso per esempio a Immobile (senza l’autorizzazione sanitaria, dopo 8 giorni, non si sarebbe potuto sottoporre al nuovo tampone negativo) di scendere in campo proprio a Torino lo scorso 1 novembre e di ribaltare il risultato da 3-2 a 3-4 nei minuti di recupero. Da lì forse nasce lo scontro totale. 

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