Immobile: «Io, insultato da Cairo». Il presidente: «So chi è». Inchiesta della Procura Figc

Immobile: «Cairo mi ha insultato negli spogliatoi». Il presidente: «So com'è fatto»
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Mercoledì 19 Maggio 2021, 00:56 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 08:42

Lo scontro Immobile-Cairo è finito sul tavolo della procura della Figc. Gli ispettori nella pancia dell'Olimpico hanno fatto rapporto. Il tutto è nelle mani del pm Chiné che ne pomeriggio girerà gli incartamenti al giudi sportivo Gerardo Mastrandrea. Da chiarire la dinamica. Il rischio, se i fatti dovessero essere accertati, è che il presidente del Torino possa essere multato o inibito. 

COSA E' SUCCESSO?

Non bastava il palo preso su rigore. Perché a rendere ancora più complicato il Lazio-Torino di Ciro Immobile è quello che succede dopo la partita. L'attaccante attacca il presidente granata Urbano CairoCairoe con un post sui social racconta le presunte offese che gli avrebbe rivolto una volta tornati negli spogliatoi, nonostante l'aritmetica salvezza del Toro. Dura, poi, arriva nella notte la risposta del presidente granata. E immediatamente la procura Figc apre un fascicolo per vederci chiaro, visto che in ballo c'è ancora la questione tamponi che aveva portato al rinvio della sfida giocata ieri sera all'Olimpico.

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«Tutti sanno chi è Ciro Immobile - ha scritto su Instagram - dentro il campo, e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche al calciatore, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono. Soprattutto se quest’ultime arrivano da dirigenti del mondo del calcio. Al termine della partita di questa sera (ieri sera, ndc) il presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando ad offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti rivolgendomi gravi accuse infamatorie, accusandomi di aver giocato la partita con “il sangue agli occhi”, e altre cose riguardanti anche la gara d’andata di questo campionato disputata contro il Torino, arrivando perfino a dirmi che ho giocato quella gara positivo al Covid. Non smetterò mai di ringraziare il Presidente Cairo per avermi dato la possibilità di consacrarmi nel Torino come calciatore, ma non posso sorvolare su un episodio che oltrepassa la dimensione calcistica. Tutti sanno chi è Ciro Immobile; un calciatore, sì, ma soprattutto un uomo rispettoso delle regole e dei principi della lealtà. Non posso tollerare ingiurie ed infamie che diffamino, senza alcun valido motivo, la mia persona».

La replica - Allo sfogo di Immobile ha risposto lo stesso Cairo. «Immobile mi accusa di averlo affrontato a fine gara e sostiene che tutti sanno chi è. Ebbene, anch'io so chi è Ciro Immobile», scrive sui social il patron granata, che ricorda l'esperienza al Toro dell'attaccante. La prima, dopo un campionato deludente al Genoa. «Ventura gli ha dato fiducia e lui ha fatto bene al Toro. Pensavo rimanesse volentieri almeno un altro anno e lui ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund». In Germania, scrive ancora Cairo, «ha avuto un'altra stagione deludente e il Borussia lo ha prestato al Siviglia.

Anche lì non è andato bene e allora mi ha telefonato e mi ha chiesto per favore di tornare al Toro. Io, che gli ero affezionato, l'ho accontentato. Ha fatto un girone di ritorno non molto brillante, ma io, che ci tenevo molto a lui, lo avrei voluto riscattare comunque. Ma lui, Ciro Immobile, questa volta non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore, che per motivi personali non poteva restare a Torino. E allora non l'ho riscattato perché ho capito chi è Ciro Immobile...».

 

LA DIFESA

La Lazio fa scudo intorno al suo capitano. La difesa è affidata al diesse Igli Tare. «Ciro non è solo un calciatore. Non è solo l'attaccante della Lazio - ha detto il dirigente biancoceleste -. E' arrivato in punta di piedi, in silenzio. Oggi, per lui, parlano i 150 gol segnati con la nostra maglia. Eppure Ciro Immobile non è solo questo. E' stato proclamato "King Ciro" dalla sua gente, da noi che ci lavoriamo insieme ogni giorno. Ciro è un Re umile, che lavora dando l'esempio, un uomo che si sacrifica e che ama: la nostra Società, i suoi compagni, i suoi tifosi e la sua splendida famiglia». «Ciro Immobile - prosegue Tare - non è solo il Re del gol, ma anche il Re dei valori. Quegli stessi valori che, spesso, vengono dimenticati. Per la Società è un motivo di orgoglio avere nello spogliatoio della un Uomo vero che è divenuto un punto di riferimento nella famiglia biancoceleste ed una bandiera per il popolo laziale, dando anima e corpo per la nostra maglia incarnando, dentro e fuori dal campo di gioco, i valori del rispetto, della lealtà e della professionalità», conclude.

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