UN LIMITE
Certo qualche domanda sul modo di uscire di Strakosha bisogna pur farsela. Un portiere di spessore, uno come Peruzzi per dirne uno, nell’occasione esce e travolge tutti facendo sua la palla. Altro che colpo di nuca di Dezko. Altro che figuraccia. Lui no. Si fa fregare come un pollo. Troppo insicuro su quel pallone scodellato. Non certo un cross velenoso. Manda a vuoto tutti. Compresi i suoi compagni. Un colpo basso in un momento complicato. Per fortuna che il collega Pau Lopez fa peggio strappandogli la palma del peggiore in assoluto della gara. Strakosha non è nuovo a certe sbandate. Quest’anno una cosa simile l’aveva già fatta a settembre in Europa League contro il Cluj e con la nazionale albanese. Sulle palle alte fa tremare tutti. Anche nel secondo tempo respinge con i pugni un pallone a palombella trasformandolo in una occasione per la Roma. Ma non sparate al portiere. La Lazio non ne ha altri. Tra le due sfarfallate almeno un paio di interventi fondamentali per tenere in piedi una Lazio svagata.
PAZZA IDEA
La faccia su una puntata di Dzeko, una facile sempre sul bosniaco e una di piede. La Lazio resta in piedi. Anzi fa pure un passetto in avanti. Qualche rimpianto c’è ma nel Risiko scudetto non si possono sempre invadere territori. Ci si può anche soltanto avvicinare per prendere campo. Inutile pensare a cioè che poteva e non è stato. Sognare lo scudetto si può. Sempre di più. Anche se la Champions resta l’obiettivo dichiarato. Il calendario ora si fa più agevole al netto dello scontro diretto contro l’Inter. La Juve frena e la Lazio plana. Una pazza idea da seguire fino in fondo.
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