Lazio, il bello di Simone: lo scudetto anche da tecnico per diventare un mito

Lazio, il bello di Simone: lo scudetto anche da tecnico per diventare un mito
di Alberto Abbate e Valerio Cassetta
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Marzo 2020, 07:30
Da giocatore a tecnico nella Lazio, Inzaghi è sulla scia dei grandi che hanno centrato, in due ruoli e nello stesso club, lo scudetto. Da Conte ad Ancelotti, anche Simone può entrare nella cerchia dei pochi eletti. Come Zidane e Guardiola all’estero, sicuramente altri personaggi speciali. Non sarà il Coronavirus a stroncare i suoi sogni, sino alla fine il mister adesso vuole crederci. Gli danno coraggio i numeri, tutti i record conquistati, i 21 risultati utili consecutivi. Diciassette vittorie che portano la sua panchina biancoceleste a 105 successi totali. Uno in meno (fra campionato e coppe) del maestro Eriksson, che potrebbe essere raggiunto anche in questo primato domenica prossima (15 marzo) alle 15. Inzaghi vuole essere l’uomo che lega Lotito e Cragnotti, due mondi opposti, dopo 20 anni. Anzi, Simone può essere addirittura il Messia che unisce tutta la storia e i tricolori biancocelesti. Ci sono particolari segni distintivi, si sbirciano nei gesti, nei suoi passi ora sempre più leggiadri. Forse lui se lo sentiva già, questo destino, forse era scritto nel nome dato al secondo dei suoi figli: Tommaso come Maestrelli. Perché la grinta della sua squadra sembra proprio quella della banda del 74’, dei mitici eroi iridati e inizialmente sottovalutati. Perché i suoi ragazzi adesso sono fratelli veri e giocano l’uno per l’altro per raggiungere tutti insieme obiettivi e traguardi ad agosto inaspettati. Papà Inzaghi li ha quasi partoriti, coccolati e ora non fa altro che ringraziarli. 

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IL MAESTRO 
Di padre in figlio, dal prato dell’Olimpico a quello di Formello. Il sogno scudetto si culla sempre più con un velo di romanticismo. Simone pranza con la famiglia in un noto ristorante alle porte del centro sportivo. Con lui la moglie Gaia, che recentemente ha annunciato di essere incinta di un altro maschietto, e il figlio Lorenzo, che spesso al termine delle partite si diverte a giocare sotto la porta della Nord. Lontano dal pubblico e dai riflettori, il piccolo Lorenzo ieri è sceso pure sul prato del Fersini insieme ad un paio di amichetti. Tiri in porta e calci di rigore, sotto lo sguardo attento d’Inzaghi senior a dare persino consigli su potenza e precisione. Immagini che riportano subito alla mente le scorribande palla al piede di Massimo e Maurizio Maestrelli, i gemelli figli del compianto mister Tommaso. Corsi e ricordi storici: «La sacralità del campo di allenamento è maggiore rispetto a quella dell’Olimpico - svela proprio Massimo Maestrelli - Mi ricordo quando babbo ci faceva giocare a Tor di Quinto e si raccomandava di non chiedere mai le maglie ai giocatori». 

PREVENZIONE 
Ad accontentare i fratellini ci pensava comunque Giorgio Chinaglia, che al rientro dagli impegni con l’Italia regalava loro le divise della nazionale avversaria. Lorenzo Inzaghi ieri indossava la casacca numero 17 di Ciro Immobile. Mezza Lazio a riposo anche ieri, il rinvio di Atalanta-Lazio abbassa i ritmi. Intanto, oltre al Vademecum fornito ai giocatori, a Formello proseguono le iniziative di prevenzione. In mattinata, il professor Pulcini, responsabile sanitario del club, parteciperà alla video conferenza indetta dalla Lega Serie A, in collaborazione con la Federazione Medico Sportiva Italiana, per far fronte all’emergenza Coronavirus. 
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