Attacco influenzale o della sorte. Buona o cattiva, lo scopriremo a breve. Alla vigilia di Porto-Lazio, Sarri si ritrova senza Immobile: «Giocheremo comunque in undici, ci arrangeremo come abbiamo fatto nelle due gare prima della sosta, senza tante storie». A nulla ieri mattina son serviti i tentativi di far abbassare la febbre. È rimasto a Roma, Ciro, e ora prega per raggiungere i compagni direttamente dopodomani a Udine. Ironia del destino, questo inaspettato forfait, rilancia Felipe Anderson titolare. Proprio in quel do Dragao, da cui era scappato dopo un anno per rinascere nella capitale. Appena 389’ e 10 presenze al Porto, Conceição non gli ha mai perdonato quella palla persa contro lo Sporting a ottobre, che era costata il 2 a 2 finale. Chissà se ora il brasiliano riuscirà a farlo pentire: «È un ragazzo molto emotivo – spiega l’ex allenatore – e, quando non è in fiducia, non esprime il suo talento incredibile». In fondo, Sarri la pensa uguale, differente è il metodo per non farlo mai deprimere. Nell’ultimo mese Maurizio ha affidato a Felipe Anderson un’altra missione, lo ha provato spesso come vice-Immobile. È arrivato il momento di non farlo rimpiangere. Anche se ieri, nell’ultima rifinitura, il numero sette si è spesso alternato a Pedro e Zaccagni come falso nueve.
STIMA IN PANCHINA
Non è improvvisazione, è la memoria partenopea a riemergere.
IL COLPO CENTRATO
Dopo il ko di Lazzari, trascinato a Oporto Floriani Mussolini. I terzini titolari sono Marusic e Hysaj, ma per l’estate resta il sogno Emerson Palmieri. Servono i milioni di ulteriori qualificazioni, Lotito lo ha ribadito a Sarri. Intanto il presidente lavora sempre su Romagnoli gratis, ci ha preso gusto in prima persona dopo il colpo Zaccagni: «Io gioco per la prima volta in Europa - spiega l’ex Verona - e quindi per me valgono più del campionato questi incontri. Alla Lazio ero partito con due infortuni, ma ora devo continuare così. Voglio segnare ancora per i tifosi». Quasi in mille stasera aspettano una sua freccia nel settore Ospiti.