Lazio, Sarri si affida all'ex Felipe Anderson nel tridente leggero

Lazio, Sarri si affida all'ex Felipe Anderson nel tridente leggero
di Alberto Abbate
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Giovedì 17 Febbraio 2022, 00:57

Attacco influenzale o della sorte. Buona o cattiva, lo scopriremo a breve. Alla vigilia di Porto-Lazio, Sarri si ritrova senza Immobile: «Giocheremo comunque in undici, ci arrangeremo come abbiamo fatto nelle due gare prima della sosta, senza tante storie». A nulla ieri mattina son serviti i tentativi di far abbassare la febbre. È rimasto a Roma, Ciro, e ora prega per raggiungere i compagni direttamente dopodomani a Udine. Ironia del destino, questo inaspettato forfait, rilancia Felipe Anderson titolare. Proprio in quel do Dragao, da cui era scappato dopo un anno per rinascere nella capitale. Appena 389’ e 10 presenze al Porto, Conceição non gli ha mai perdonato quella palla persa contro lo Sporting a ottobre, che era costata il 2 a 2 finale. Chissà se ora il brasiliano riuscirà a farlo pentire: «È un ragazzo molto emotivo – spiega l’ex allenatore – e, quando non è in fiducia, non esprime il suo talento incredibile». In fondo, Sarri la pensa uguale, differente è il metodo per non farlo mai deprimere. Nell’ultimo mese Maurizio ha affidato a Felipe Anderson un’altra missione, lo ha provato spesso come vice-Immobile. È arrivato il momento di non farlo rimpiangere. Anche se ieri, nell’ultima rifinitura, il numero sette si è spesso alternato a Pedro e Zaccagni come falso nueve. 

STIMA IN PANCHINA

Non è improvvisazione, è la memoria partenopea a riemergere.

Dopo l’addio di Higuain, nacque così l’epopea degli scugnizzi Insigne e Mertens. Sarri ha studiato il Porto e pensato a simili contromosse. Nell’emergenza, vuole far ruotare lì davanti tutte le sue frecce per disorientare il 4-4-2 portoghese: «Sarà una sfida difficile contro una squadra organizzata e forte qualitativamente. In tutta la stagione, ha perso solo 3 partite - due contro il Liverpool - e ne ha vinte 19. La Lazio non è una corazzata come il mio Chelsea con 30 giocatori di pari livello, ma dev’essere un prestigio andare avanti in questa competizione. L’importante sarà l’approccio mentale. La squadra non deve avere l’inconscio proiettato al campionato e quindi a Udine dopo 72 ore». Altrimenti, come in Coppa Italia, piovono le figuracce: «Conceição ha detto di aver apprezzato i principi di gioco visti contro il Milan - ride amaro, Sarri - ma forse dopo 20 minuti ha spento il televisore». O, forse, Sergio parla con il cuore: «La Lazio per l’esperienza vissuta e per i trofei vinti, rappresenta tanto per me. Nutro molto affetto – chiosa il grande ex – ma ora voglio vincere e accedere agli ottavi di Europa League». Leiva farà muro a centrocampo. Lo aiuterà soprattutto Milinkovic, prima di catapultasi come centravanti aggiunto. Vuole tornare a segnare anche Luis Alberto, il gol europeo gli manca addirittura da settembre 2018: «Con Sarri ho vissuto un momento difficile, ma ora ho trovato l’equilibrio e sto bene. Mi piacerebbe tornare in Spagna, ma ho ancora tre anni di contratto». A giugno se ne riparlerà, anche perché già a gennaio Sarri lo avrebbe sostituito con Matias Vecino, ora libero dall’Inter a parametro zero.

IL COLPO CENTRATO

Dopo il ko di Lazzari, trascinato a Oporto Floriani Mussolini. I terzini titolari sono Marusic e Hysaj, ma per l’estate resta il sogno Emerson Palmieri. Servono i milioni di ulteriori qualificazioni, Lotito lo ha ribadito a Sarri. Intanto il presidente lavora sempre su Romagnoli gratis, ci ha preso gusto in prima persona dopo il colpo Zaccagni: «Io gioco per la prima volta in Europa - spiega l’ex Verona - e quindi per me valgono più del campionato questi incontri. Alla Lazio ero partito con due infortuni, ma ora devo continuare così. Voglio segnare ancora per i tifosi». Quasi in mille stasera aspettano una sua freccia nel settore Ospiti.

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