Lazio, un 2023 per decollare (e andare in Champions). Immobile: «Il prossimo anno ci darà soddisfazioni»

Il patron in accordo con Sarri, fremente di ripartire in un 2023 che ha più motivi per essere l'anno della Lazio

Lazio, un 2023 per decollare (e andare in Champions). Immobile: «Il prossimo anno ci darà soddisfazioni»
di Valerio Marcangeli
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Giovedì 22 Dicembre 2022, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 09:22

Testa alta, obiettivo ben fissato e paura di nessuno. Il futuro della Lazio è limpido secondo Lotito, tanto da proclamarlo alla cena di Natale: «Sono sicuro che reciteremo un grande ruolo in questo campionato, dovranno tutti fare i conti con noi». Così il patron in accordo con Sarri, fremente di ripartire in un 2023 che ha più motivi per essere l'anno della Lazio. I biancocelesti, al momento quarti in classifica, si candidano come principale outsider nella corsa alla Champions, mai nominata da Lotito nel discorso alla squadra, ma nel mirino dall'estate.

ENTUSIASMO

Per raggiungerla servirà un gruppo motivato in primis dal feeling con il proprio allenatore. Sarri non andrà d'amore e d'accordo con Luis Alberto, ma a parte lo spagnolo si ritrova dei calciatori pronti a seguirlo in tutto, come sottolineato da Casale, cresciuto molto sotto l'ala del Comandante: «Siamo come una famiglia.

Col mister conta parlare poco e lavorare tanto». Quel lavoro che sta piacendo molto al tecnico e che fa pensare in grande a tutti, compresi Cataldi e Provedel: «Alla ripresa ci faremo trovare pronti le parole di entrambi a Lazio Style e vogliamo fare qualcosa di importante». Sarà questo entusiasmo la carta vincente per altri sei mesi da protagonisti? Una certezza in più arriva dalle statistiche. Solitamente alla seconda stagione nei club che allena, Sarri va sempre in crescendo. Guarda caso in quella attuale ha alzato il minutaggio delle seconde linee (5.536 minuti) con partecipazione ai gol triplicata (14 anziché 5). In più, a quattro gare dalla fine del girone di andata è già a 30 punti, mentre al giro di boa di quella passata ne aveva racimolati 31 dei 64 totali valsi il quinto posto e l'Europa League.

CIRO E SERGEJ

Ora si attende solo lo step successivo e un altro fattore determinante sarà la vena realizzativa di Immobile. Dopo l'infortunio di metà ottobre e le sei partite saltate, il capitano è tornato a prendere le redini dell'attacco ritrovando il gol con l'Hatayspor su rigore. Lui stesso ha sempre dichiarato la Champions come obiettivo stagionale, e ora pure ai canali del club non si nasconde: «Sono certo che il 2023 ci regalerà grandi soddisfazioni». Oggi ci sarà l'Almeria, dopodiché il Lecce. Riprenderà da lì la marcia di Ciro nelle gare ufficiali - sempre a segno negli ultimi sette esordi di Serie A nel nuovo anno - con il quinto titolo di capocannoniere (record di Nordahl) nel mirino. Ben 26 dei timbri di Immobile in campionato con la Lazio sono nati dai piedi di Milinkovic.

Sergej è il punto nevralgico del 4-3-3 di Sarri, capace di essere d'aiuto in fase difensiva e straripante in quella offensiva con già 5 gol e 7 assist in 21 partite. Numeri pesanti con i quali il Sergente si attesta quasi ai ritmi di De Bruyne nelle migliori leghe europee. L'appetito però vien mangiando ed è sicuro che Milinkovic vorrà fare ancora meglio della doppia-doppia della scorsa stagione (11 gol e 11 assist). Ecco perché nonostante il pressing di Lotito per il rinnovo, il centrocampista continua a pensare solamente al campo, principale vetrina per l'estate. A giugno il serbo sarà a un solo anno dalla scadenza e, senza Champions, a 28 anni potrebbe davvero salutare il club che lo ha fatto sbocciare. Dal canto suo la Lazio spera in un accordo per il rinnovo, ma sarà opportuno fissare al più presto una clausola attorno ai 40-45 milioni per convincere Kezman, che intanto è preso a proporre il suo gioiello con Arsenal e Juventus alla finestra. I presupposti per pensare a un 2023 da protagonisti ci sono quindi, senza dimenticare gli scenari futuri della Serie A accennati da Lotito alla cena di Natale che potrebbero aprire le porte del paradiso. Prima però dovrà parlare il campo.

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