L’unica difesa è un cancello: oltre tre ore rinchiusi dentro Formello. Si confrontano ancora, Sarri e la Lazio. Stavolta molto più del solito, il giorno dopo l’ennesimo capitombolo col Sassuolo. Lotito era già piombato nello spogliatoio subito dopo lo 0-0 contro il Galatasaray all’Olimpico, ieri era pronto a un altro blitz, ma il mister lo ha fermato al telefono: «Prima voglio parlare io da solo e guardare negli occhi il gruppo». Dopo l’analisi video, un faccia a faccia così acceso e lungo da far saltare persino l’allenamento. Dalle 11.30 alle 14.30 nessuno s’azzarda ad affacciarsi sul campo, nemmeno chi a Reggio Emilia non c’era (Milinkovic e Luis Alberto, ancora in dubbio per il prossimo match insieme a Zaccagni e Pedro) o non ha giocato.
Perché è molto più importante capire cosa non va e cosa è successo di nuovo in questo quinto ko esterno, per provare a cambiare subito il futuro.
ACCUSE E SCUSE
Il mister, dopo la debacle di Reggio Emilia, sottolinea soprattutto questo aspetto: il Sassuolo comincia l’assedio non appena la retroguardia si schiaccia, non stringe la linea con il centrocampo. Sotto accusa c’è il leader Acerbi, che non resta mai alto come chiede il tecnico, ma rincula sempre all’indietro, perde troppo tempo a liberarsi del pallone e poi finisce anarchico a vagare per il campo in attacco: «Chiedo scusa a tutti per quello che ho fatto», dice Francesco. Ma lui è l’esempio grande di chi, dopo 4 mesi, è “sordo” ai dettami impartiti da Maurizio. Non certo solo per colpa sua, ma il risultato sono 32 gol subiti. Non ne prendeva così tanti dal 1942-43 (35), ottanta anni fa.
CENA E BIVIO GENOA
Ecco perché servirebbe almeno un altro centrale (Rugani, il vecchio pupillo), oltre un attaccante e un terzino sinistro dal mercato. Sarri ha bisogno di aiuto e continua a chiederlo a Lotito. Ieri però gli stessi giocatori hanno preferito un confronto solo con il mister per non presentarsi poi stasera ancora nervosi alla cena di Natale, programmata al St Regis per 180 invitati proprio dal patron. D’altronde per preparare la partita di venerdì sera c’è ancora tempo, sebbene il Genoa possa rappresentare un bivio pericoloso. La Lazio è ormai a -11 dal quarto posto, ma anche a +15 dal terzultimo, occupato proprio dalla squadra di Shevchenko.
TOH, SI RIVEDE CONCEICAO
Con un campionato in cui la Lazio rischia di ritrovarsi con nulla in mano, il palcoscenico europeo dovrebbe diventare il primo obiettivo. Invece, senza primato del girone, dall’urna di Nyon esce il Porto. Il sorteggio dei sedicesimi di Europa League è un altro scherzo del destino, contro una delle peggiori “terze” in ballo. L’anno scorso eliminò la Juve - passata proprio da Sarri a Pirlo - dalla Champions. Non solo, l’ex Conceicao quest’estate era in ballottaggio nella testa di Lotito anche per la panchina attuale di Maurizio. Il club lusitano porta con sè altri pessimi ricordi dietro: l’eliminazione nel 2003 nella semifinale di Coppa Uefa di Mancini, attuale ct azzurro. In panchina c’era un certo Mourinho. Nemmeno questo è un Porto sicuro.