Lazio, Sarri lancia l'operazione trasferta

Lazio, Sarri lancia l'operazione trasferta
di Alberto Abbate
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Sabato 30 Ottobre 2021, 00:37

Volo decollato ieri al tramonto, oggi può esserci davvero un nuovo ritorno. Stavolta guai a rientrare nella capitale col baule vuoto. La vittoria di mercoledì sulla Fiorentina al momento ha scacciato il ritiro, i presagi di crisi e la brutta debacle del Bentegodi. Ma oggi e giovedì sono i veri esami, vanno piegati Atalanta e Marsiglia per capovolgere certi numeri impietosi. Perché la Lazio in casa ha centrato ben 13 punti, al di là di sfide piccole o grandi incontri. Lontano dall’Olimpico, invece, latitano i risultati. Un successo manca addirittura dalla prima giornata, precisamente dal 21 agosto a Empoli. Dopo oltre due mesi e 5 gare fuori casa, i dati rimarcano un pari (col Toro) e tre ko per un totale di 4 punti.

Nella classifica che analizza il rendimento esterno della serie A, i biancocelesti sono dodicesimi e devono pure aggiungere l’unica sconfitta a Istanbul col Galatasaray, che ora complica i piani europei. Anche questa è eredità di Inzaghi: in tutto il 2021 sono 10 i tonfi esterni, solo nel 2013 la Lazio di Petkovic aveva fatto peggio con 11. Quindi Maurizio Sarri torna a fare psicanalisi: «Le porte e il campo sono uguali, quindi è solo un discorso di testa e mentalità. Dobbiamo giocare con la stessa personalità, attenzione e determinazione che mettiamo davanti ai nostri tifosi». Non è un alibi che oggi siano appena 500 nel settore ospiti.


ASPETTATIVE 
C’è la lente di Lotito focalizzata sullo spirito della Lazio al Gewiss Stadium. Ieri il presidente è ribiombato a Formello poco prima della partenza e ha tenuto un breve discorso per spronare ancora il gruppo a non perdere concentrazione e veleno. D’accordo col tecnico, ha interrotto il nono ritiro della sua era col settimo successo annesso. Dopo la penultima clausura del 2018 era invece arrivato il 2-2 con la Samp e poi un altro capitombolo (1-0, Zapata) il 17 dicembre proprio a Bergamo. Va allontanato anche questo spettro, dopo i crolli di Milano, Bologna e Verona, senza dimenticare il rischio corso (1-1 in extremis) a Torino.

Serve un’altra marcia per dimostrare la grandezza della Lazio e riprendersi il quarto posto: «Questa squadra ha conquistato un solo ingresso in Champions nell’ultimo decennio – sottolinea Sarri - e lo ha fatto nel periodo in cui Inter e Milan non c’erano. Il mio arrivo in panchina non basta a capovolgere tutto, serve un percorso lungo. Alla fine vedo che anche in Europa vincono quasi sempre le squadre economicamente più forti, ribaltare le gerarchie è complicato». 


POLEMICHE 
E allora si riparte dal primo trend negativo interrotto: contro la Fiorentina finalmente nessun gol subito. Eppure, anche in questo caso, a preoccupare è il ruolino esterno. Cinque reti segnate e ben 11 incassate lontano dall’Olimpico. Sarri confida nel ritrovato feeling fra Luiz Felipe e Acerbi al centro: «Stanno migliorando anche a livello comunicativo. Francesco mi sembra in crescita e ci può dare tantissimo». Lo scorso 31 gennaio aveva fermato Zapata e l’Atalanta, anche loro in affanno fra le proprie mura quest’anno. Appena 5 punti in 5 partite interne (una sola vittoria, due pareggi e due ko): «Ma, come ha detto Guardiola, giocare con loro è come andare dal dentista. Anche se ne esci indenne, il male lo senti perché hanno qualità e sono aggressivi, oltre a essere un esempio societario. Dobbiamo fare un cammino simile nelle scelte, diverso a livello calcistico», chiosa Sarri. Prima della solita polemica contro la Lega e il calendario: «In quindici giorni siamo alla quarta partita con meno di 72 ore di riposo, non è successo a nessun altro». Il collega Gian Piero Gasperini, reduce dal turno di squalifica scontato, si scaglia invece ancora contro gli arbitri dopo il rosso ricevuto da Maresca per le proteste in Atalanta-Udinese al gol di Beto al 94’: «Non capisco più tante cose del calcio. Ho pensato seriamente di non andare in panchina dopo tutto quello che ho visto». Stavolta non cita la mano di Bastos in finale di Coppa Italia. 

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