Dove c’eravamo lasciati? Alla bella prova di Bergamo, al rimpianto di un successo esterno mancato solo per colpa della zampata beffarda di De Roon nel recupero. E alla soddisfazione di Lotito: «Abbiamo dominato con l’Atalanta. Peccato per il gol finale, ma questa è la conferma che abbiamo preso un grande tecnico». Il presidente ci credeva anche quando non andava tutto per il meglio. Per questo, dopo la debacle Verona, in ritiro, gli aveva comunque già offerto altri due anni di rinnovo. Sino al 2025, con ampi poteri manageriali alla Ferguson. Retroscena confermato ieri da Sarri, pronto addirittura a firmare durante la sosta, se avrà le garanzie che chiede per il suo progetto: «Alla Lazio sto benissimo, mi piacciono le persone che lavorano in società e ho un buon rapporto col patron. La prossima settimana ci metteremo seduti a parlarne a un tavolo. Ora penso solo alla difficile sfida qui a Marsiglia nell’immediato». Per completare la rinascita della Lazio. Perché l’ultima vittoria stagionale in trasferta rimane ancora quella di Empoli del 21 agosto. Un problema che questa squadra si trascina ormai da troppo tempo, Sarri lo ha analizzato e sottolineato. Non bastano le ultime due gare contro Fiorentina e Atalanta per cambiare il passo. Anzi, Marsiglia rappresenta ancora di più un salto in un passato a cui va dato definitivamente un taglio. Perché in Europa, bisogna tornare addirittura al 25 ottobre 2018 per trovare un successo all’estero. Ironia del destino, al Velodrome si può e si deve chiudere un terribile ciclo europeo di 10 gare senza i 3 punti (7 sconfitte e 3 pareggi) lontano dall’Olimpico. Lì, esattamente tre anni fa, la Lazio ottenne l’ultimo trionfo: terza gara di Europa League, i biancocelesti piegarono l’allora squadra di Rudi Garcia grazie ai gol di Wallace, Caicedo e Marusic. In mezzo la punizione perfetta di Payet, che stasera alle 21 sarà ancora titolare nel 3-3-3-1 di Sampaoli nel quarto turno di questa nuova edizione del torneo. Sarri vuole prendersi il primo posto del Galatasaray e interrompere il trend negativo di Inzaghi, proseguito sotto la sua gestione a Istanbul lo scorso 16 settembre (1-0).
LA PROMESSA
Riparte l’operazione trasferta in formato europeo.
IL TESORETTO
Questa Coppa può portare un mini-tesoretto. Con un pari (210mila euro) e una vittoria (630mila euro), la Lazio ha già incassato quasi 4,5 milioni, compresi i 3,63 della quota di partecipazione al torneo. Se i biancocelesti dovessero qualificarsi come primi del girone E, accederebbero direttamente agli ottavi con un bonus di 1,1 milioni e 1,2 per il passaggio del turno. Se invece arrivassero al secondo posto, il premio si dimezzerebbe (1,5 milioni totali) e la squadra di Sarri se la dovrebbe vedere poi ai sedicesimi (ora si chiamano spareggi) con una delle terze qualificate nei gironi di Champions. Insomma, c’è parecchia differenza fra un gradino e un altro. Sarri ha in mano anche il suo futuro: per firmare il prolungamento, vuole rinforzi utili per il suo gioco, ma il mercato passa pure da questo bivio europeo.