La Lazio verso il Midtjylland, Sarri: «Il campo mi preoccupa. Ritiro in Argentina? Una follia»

Il tecnico si confessa: «Durante gli allenamenti mi diverto, è già un bel segnale»

La Lazio verso il Midtjylland, Sarri: «Il campo mi preoccupa. Ritiro in Argentina? Una follia»
di Valerio Marcangeli
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Mercoledì 26 Ottobre 2022, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 15:52

Tempo di tornare in campo in Europa per la Lazio. La squadra di Sarri domani contro il Midtjylland si giocherà molto rispetto al passaggio alla fase a eliminazione diretta della competizione e il Comandante non ammetterà passi falsi.

Cosa si aspetta domani dopo la vittoria contro l'Atalanta?

«Le partite come quelle con l'Atalanta possono dare o togliere, dipende dalla nostra mentalità. Se siamo maturi ci danno qualcosa. Se non lo siamo completamente ci possono anche togliere». 

Perché questa differenza tra Europa e campionato?

«Il percorso europeo è condizionato da una partita sbagliata, per il resto non abbiamo fatto grandi errori. Abbiamo poi pareggiato in Austria, al ritorno il rosso ha condizionato. Il Salisburgo mediaticamente è considerato una grande squadra, lo Sturm Graz che è a solo 1 punto in campionato dal Salisburgo invece no.

Difficile fare una valutazione sulla coppa, ci sta mettendo in difficoltà quella gara sbagliata». 

La gara d'andata dà altri stimoli? E su Vecino...

«Le squadre forti mentalmente hanno sempre grosse motivazioni. La partita di Bergamo può anche essere occasionale, perché fatta in uno stadio pieno, contro una squadra che temevamo, ci ha fatto uscire il meglio. Il salto e il miglioramento li vedo contro una squadra media e in uno stadio vuoto. Vecino è un giocatore completo, ha inserimento, fisicità, dà una mano in difesa, il tutto con una buona qualità. Eravamo convinti ci potesse dare qualcosa che per caratteristiche poteva mancarci».

Quanto la mentalità deve sostenere il gioco?

«Napoli e Milan sono già grandi in Italia, lo stanno diventando in Europa. La Lazio deve diventare ancora grande in Italia, poi dopo vedremo. Solo lo Stum Graz ha fatto meglio del 2% di noi sulla corsa, gli altri hanno fatto peggio. Il Chelsea è la mia squadra che ha corso di meno, aveva grandissime accelerazioni ma meno resistenza. Tre squadre italiane vanno sopra i 30 km/h, in Inghilterra sono 14. Lì giocano con i due palloni con cui entrano in campo gli arbitri, bastano quelli. In Inghilterra hanno un'accelerazione devastante, per questo impressionano».

Con Cancellieri in campo Felipe rimane al centro del tridente?

«Dipende dal tipo di partita che dobbiamo affrontare. Cancellieri ha la gamba di Felipe, ha accelerazioni importanti, da esterno ancora non ha l'ordine di Felipe. Va valutato di gara in gara, nulla di prestabilito. Poi nelle rotazioni può darsi che entri anche Romero».

L'espulsione di Lazzari ha condizionato molto: teme altre decisioni del genere?

«Eravamo di fronte a un arbitro che non doveva essere lì, ha compromesso una gara corretta. Un arbitro che non ha nessun requisito per essere internazionale, penso sia stato casuale». 

Questa Lazio la diverte?

«Io mi diverto durante gli allenamenti, già è un bel segnale. Il senso del divertimento è contagioso, se i calciatori lo fanno in campo lo trasmettono anche ai tifosi. Un aspetto importante, penso che avere il senso del divertimento e trasmetterlo ti aiuta a ottenere il risultato. Speriamo di continuare così, speriamo che tutto si trasformi in entusiasmo e non in euforia». 

Lazzari come sta? E sulla diffida di Milinkovic...

«Nulla di preoccupante, una bella contusione e niente più. Faccio sempre malvolentieri scelte legate alle prossime partite in questi casi. Mi è sempre andata male. Quando l'ho fatta è successa una cosa che mi ha cambiato tutti i piani, quindi vado dritto».

La Lazio ora ha anche voglia di non prendere gol, al di là della tattica...

«L'aspetto tattico è sempre condizionato dall'atteggiamento. Se sei perfetto, ma lo sei in maniera fredda, prima o poi i problemi vengono a galla. La partecipazione a non voler subire è in crescita netta. Io penso anche a Zaccagni che strappa il pallone in contropiede, Felipe e Pedro che rientrano continuamente, è il segnale più bello. Non penso sia un discorso di difensori, ma di partecipazione attiva di tutta la squadra. Se questo sarà duraturo o meno ce lo diranno le prossime partite».

Sul campo dell'Olimpico

«Mi preoccupano, perché nel breve periodo è un problema difficilmente risolvibile. La partita di Bergamo su un biliardo non è replicabile per il nostro modo da giocare, non è da poco. Poi ci sono altri modi di giocare che a me non riescono, sarà un limite mio».

Come sta Luis Alberto? Ritiro durante il Mondiale?

«Gli faceva male un'anca, non ha avuto mica un ictus. Ieri ha fatto tutto, non era indicativo come allenamento. Vediamo oggi l'acciacco, non è di grave entità, ma solo un acciacco che gli ha impedito di allenarsi bene. Sul ritiro in qualche posto lo dovremo fare, speriamo non in Argentina, è una follia dal punto di vista tecnico. Torniamo a giocare a inizio gennaio a temperature basse. Andare a fare il ritiro con 30 gradi, 15 ore di viaggio e il fuso, ti comporta 2-3 giorni di viaggio e altri per assorbire il fuso. Spero non succeda».

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