È un Maurizio Sarri decisamente soddisfatto e allo stesso tempo rammaricato quello che si presenta nel post partita di Porto-Lazio: «Abbiamo giocato contro una squadra forte in uno stadio difficile, le italiane lo sanno bene. Negli ultimi 11 mesi hanno messo fuori dalla Champions la Juventus e il Milan in uno stadio difficile Stasera la squadra ha fatto una buona partita. Dispiace per la parità al primo tempo - rivela il tecnico - perché c’era l’opportunità di chiuderlo abbondantemente sopra. L’unico difetto è stato l’approccio al secondo tempo perché era scontato che sarebbero partiti forte. Alla fine abbiamo ripreso la gara rischiando di pareggiarla con Milinkovic e Felipe Anderson. Questa partita tre quattro mesi fa ci avrebbe messo in difficoltà, invece abbiamo fatto bene creando le stesse palle gol loro. Dispiace, ma ora dobbiamo metterci una pietra sopra». Nonostante gli svarioni il Comandante promuove la fase difensiva: «La difesa ha fatto molto bene. Loro sono una squadra pericolosissima e di grande tecnica quando attaccano l’area di rigore e la profondità. Eppure non abbiamo concesso tanto. C’è rammarico sul secondo gol. Non voglio togliere il merito a Toni Martinez, ma mi è sembrato casuale, di solito quei tiri escono di 4 metri e invece la palla si è andata a mettere all’angolino. La prova della difesa però non mi è sembrata scadente, anzi è stata di buon livello».
Sarri: «Non è semplice arrivare qui e creare cinque palle gol. Immobile? Capiremo domattina»
Nessun rimprovero anche per gli attaccanti. Difficile replicare le giocate di Immobile, ma a Sarri è piaciuta l'intraprendenza unita alle diverse occasioni create dal tridente leggero: «I ragazzi davanti hanno fatto bene, hanno certe caratteristiche non possono essere Immobile attaccando sempre la profondità ma hanno creato i presupposti per segnare di più. Venire qui e costruire cinque palle gol nitide mi sembra un segnale». A proposito di Immobile, il tecnico biancoceleste ancora non ha novità: «Per Udine vediamo. Domattina parlerò col dottore e sentirò le notizie».
Sarri e l'attacco alla prondità: «Essere veloci non assicura questa caratteristica». E su Cabral...
Il Comandante spiega anche le sostituzioni finali: «I cambi alla fine erano solamente per dare una ravvivata agli ultimi minuti di recupero. Ho inserito un giocatore più alto per le palle ferme e due giocatori freschi per dare brillantezza, ma non c’era nulla di tattico. Luis Alberto ha fatto una buonissima partita così come Zaccagni». Prima di passare a una lezione sull'attacco della profondità: «Si tratta di una roba strana. Ci sono giocatori veloci che non l’attaccano bene e giocatori non veloci che invece l’attaccano alla perfezione. Io ho allenato Callejon che non era velocissimo, ma aveva i tempi giusti e quando partiva in taglio era difficilmente marcabile. Il fatto di essere veloci non ti dà per forza questa caratteristica. Lo scambio Pedro-Felipe? Me lo avevano già chiesto nel primo tempo e nel secondo gliel’ho fatto fare, tanto non a noi non cambiava nulla». Infine un accenno sull'esordiente Jovane Cabral: «Mi sembra stia un attimino meglio rispetto a quando è arrivato, ma in tutta sincerità rispetto ai nostri è un pochino indietro».