Lazio, inquietudine Sarri e lui pensa di lasciare. Lotito: «Resta»

Il tracollo contro il Midtjylland riapre pesanti crepe nello spogliatoio

Lazio, inquietudine Sarri e lui pensa di lasciare. Lotito: «Resta»
di Alberto Abbate
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Sabato 17 Settembre 2022, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 12:05

dal nostro inviato
HERNING Non è un bluff, Sarri pensa davvero di fare un passo indietro, se ci sarà un nuovo capitombolo. Mai era stato così scosso e tormentato dal suo sbarco alla Lazio. Stavolta non ha digerito l'umiliazione col Midtjylland, il 5-1 che compromette persino il cammino europeo, dopo il bell'esordio contro il Feyenoord. Al di là del terribile risultato, soprattutto è sconfortato perché dopo 14 mesi non riesce proprio a debellare gli antichi black out dalla mente della Lazio. Sarri finisce sotto processo dei tifosi su social e radio, ma è lui stesso ora a salire sul patibolo. Il senso di colpa fa eco. Secondo il tecnico, non è vero che i muscoli biancocelesti non reggono i ritmi e i dettami del suo gioco dispendioso al terzo appuntamento di seguito. I dati fisici sono ottimi, non c'è stanchezza accumulata in questo avvio, anche se i ko di Lazzari e Zaccagni (oggi provino per l'esterno, ignorato dal ct Mancini) insinuano più di un dubbio. Per Sarri il nodo rimane sempre psicologico. E allora l'allenatore accusa sì lo spogliatoio di non stare sempre sul pezzo, ma contemporaneamente si assume le proprie responsabilità per non aver ancora inciso sino in fondo con i colloqui individuali e la sua terapia d'urto. La sinergia nel calcio è tutto, il suo sussulto d'addio è un modo per mettere tutti con le spalle al muro.

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LA DIFESA
La continuità resta un miraggio, manca il passo in trasferta, il progetto non decolla senza il terzo successo di seguito. Non arriva ormai da marzo-aprile 2021, quando Simone Inzaghi centrò il filotto fra Udinese, Spezia, Verona e Benevento. Troppo tempo, Sarri così è frustrato: intravede una luce e poi si ritrova di nuovo completamente al buio. Ecco l'ennesimo salto carpiato all'indietro, ecco perché Maurizio riflette addirittura sulle dimissioni, non è solo una provocazione a caldo. Lotito si è fatto sentire ieri dal Molise, vuole far rientrare questo cattivo pensiero: «Sarri non va via, resta al suo posto, non c'è nessun dubbio. Ha parlato in un momento di sconforto. Il problema della Lazio va comunque risolto, una volta per tutte, e subito». Anche il presidente è convinto sia solo psicologico: «E pensare che anche stavolta, per motivare tutti, avevo pagato pure gli stipendi di ottobre in anticipo». E allora stavolta i soldi vanno a chi è rimasto deluso, dopo un lungo viaggio per seguire la Lazio. Il patron rimborsa i 225 tifosi umiliati nel settore ospiti dell'MCH Arena, un bel gesto.
IL MERCATO
Adesso però nell'ambiente torna lo zoom anche sui cinquanta milioni spesi in estate sul mercato.

Sarri in gran parte è stato accontentato, ma è irrequieto da agosto, forse perché ne sente persino troppo il peso. Sa che la rosa è stata allungata quasi oltre le possibilità economiche della Lazio, ma comunque non abbastanza per competere al top su tre fronti e con le altre big del campionato. I nuovi hanno bisogno di ambientamento, vedi Gila, Casale e Marcos Antonio, per non parlare di Maximiano inutilizzato. Sarebbe quasi da considerare un altro anno zero, ma la piazza guarda sempre in alto. E c'è comunque la pressione di dover provare a centrare gli obiettivi più ambiziosi (Europa League in fondo, in A la Champions) anche per rimpinguare il bilancio. Il turnover invece, unito ai cali di concentrazione, torna a mostrare i limiti dell'organico. Alla Juve e al Chelsea, Sarri aveva fatto un passo indietro dal punto di vista del suo credo, ma poi aveva vinto. Persino alla Lazio si era adeguato l'anno scorso. Al momento non basta però nemmeno questo compromesso. Così anche Maurizio ora ha un crollo emotivo. Salvate il Comandante, per alzare bandiera bianca è troppo presto. E sarebbe davvero un peccato con l'entusiasmo appena ritrovato sugli spalti(raggiunta quota 25500 abbonamenti) all'Olimpico.

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SILENZIO E VOLTI SCURI
Dopo il ritorno in Italia venerdì notte alle 3.40, ieri pomeriggio è calato un silenzio generale a Piacenza. Nessun confronto allo stadio Garilli, soltanto volti scuri nell'ultima seduta. Sarri aveva già strigliato la squadra alla MCH Arena, ora vuole vedere solo sul campo chi rema dalla sua parte, se tutta la squadra crede ancora alla sua filosofia. A Herning è stato il primo a metterci la faccia. Con capitan Immobile (convocato con i debuttanti Provedel e Cancellieri dall'Italia) ha chiesto perdono, ma non basta. Domani saranno 2500 i tifosi ad attendere risposte a Cremona. Non ci sono rimborsi per un'altra sconfitta.
 

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