Lazio, il rumore dei nemici: è partito il tutti contro Lotito

Lazio, il rumore dei nemici: è partito il tutti contro Lotito
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:38
Prima la “partitella proibita”, poi gli articoli con le classifiche dei rigori pro-Lazio e i servizi tv su presunti pagamenti in nero di oltre 10 anni fa. Chissà se l’oroscopo di Claudio Lotito prevedeva una bufera del genere, con tanto di inchieste Federali, proprio alla vigilia della ripartenza del campionato. Ieri l’ennesima brutta sorpresa per il patron della Lazio. Nonostante la messa in onda del servizio sul vecchio caso Zarate (tra l’altro sull’ultimo bilancio spuntano ancora il nome di Mauro e i famosi 3 milioni della discordia) sia stata posticipata (doveva andare ieri) per permettere una replica a Lotito, la procura della Figc ha deciso lo stesso di aprire un fascicolo. Un altro visto che a suo tempo da via Po avevano già cercato di fare chiarezza sullo stipendio dell’argentino e le commissioni dell’agente. E nei giorni scorsi gli 007 del nuovo procuratore Chiné avevano già acceso i fari sul presidente laziale dopo quella sua frase su Juventus-Inter detta a La Repubblica: «l’avete vista tutti». Per ora su questa vicenda non è stato aperto nessun procedimento. Amarlo è difficile. Figurarsi ora che la sua Lazio è in lotta per lo scudetto.

PRESENZA DI PESO
Claudio Lotito da sempre viaggia in una direzione ostinata e contraria. Una strada tutta sua. Abile nel compattare il consenso, il più bravo, a detta di tutti, quando ci sono le elezioni. Meticoloso, uno dei pochissimi preparati in ogni materia. Non a caso durante la battaglia per la ripresa del campionato gli appellativi nei suoi confronti si sono sprecati. Dall’economia alla medicina («Ah, ora sei pure virologo» gli disse Agnelli in una delle recenti assemblee di Lega) il laziale Claudio ha sempre una carta da giocarsi. Ma questo ha aumentato il fronte dei contrari. Da Agnelli a Cairo passando per Cellino. Tutti con il pollice verso nei suoi confronti. Ma qual è il vero motivo di questa guerra? In primo piano gli interessi personali. La Lazio punta allo scudetto. Chi è nei bassifondi della classifica teme di poter retrocedere. E poi c’è il potere. Claudio, per gli amici Iron, in Lega ha scalato posizioni diventando uno dei presidenti più forti. Amore e odio anche con Galliani un altro suo esempio nelle trame di Palazzo. Lavora senza sosta e parlarci più di due minuti al telefono è quasi impossibile. Tutti si rivolgono a lui. Non è un mistero che sia diventato il riferimento sia in via Rosellini a Milano sia in via Allegri a Roma. Prima si è messo sottobraccio all’ex presidente di A, Maurizio Beretta conosciuto come «Dimmi Claudio». Il più longevo dei presidenti: 7 anni. Poi è riuscito nell’impresa di compattare i 20 patron contro il commissario Giovanni Malagò. Ha portato l’avvocato Mario Cicala dopo la caduta di Gaetano Micciché e infine è stato uno dei maggiori sponsor dell’attuale Paolo Dal Pino. Anche in Figc è rispettato. Fino a qualche anno fa aveva addirittura una stanza al quinto piano. E nel 2018 aveva pensato pure di candidarsi alla presidenza del calcio. Progetto abortito anche per via della strana alleanza Cairo-Agnelli per fermarlo che ora sono tornati ad unire le forze. Grande sponda di Carlo Tavecchio e ora uomo ascoltatissimo dal presidente Gabriele Gravina. La battaglia per la ripartenza della serie A l’hanno combattuta praticamente in due. Ed è qui che s’innesta quella corrente che vuole a tutti i costi sovvertire il potere di Lotito. 
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