Lazio, Romagnoli si presenta: «Un sogno essere qui, ora vinciamo insieme»

Lazio, Romagnoli si presenta: «Un sogno essere qui, ora vinciamo insieme»
di Valerio Marcangeli
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Lunedì 18 Luglio 2022, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 22:48

All’indomani della prima partita con la maglia della Lazio non finiscono le novità per Alessio Romagnoli. Il centrale biancoceleste dopo il bagno di folla tra Fiumicino, Paideia e Auronzo di Cadore, stasera ha ricevuto l’ennesimo abbraccio virtuale, stavolta con un video di presentazione postato dalla Lazio stessa sui propri profili social. «Ho realizzato il sogno della mia vita, indossare la maglia della Lazio», esordisce così Romagnoli ai microfoni del club capitolino.

Romagnoli si presenta: «Giocare nella Lazio, il sogno di una vita»

«Credo che si sia realizzato il mio sogno di quando ero bambino. Non volevo giocare in serie A, volevo giocare nella Lazio», rivela con orgoglio Romagnoli ai canali ufficiali della Lazio. «Penso sia stata l’emozione più grande della mia vita sportiva e in generale, perché ho coronato quello che volevo da bambino. Credo che comunque non c’è nulla di male a esprimere la propria fede. Nonostante ho giocato con tante squadre per tanti anni, se uno porta rispetto e dà il proprio meglio per la squadra con cui gioca può dichiarare tranquillamente di essere tifoso di un’altra squadra come feci io diverse volte». Il centrale ricorda anche il passaggio dalla Roma, dove ha esordito in A, al Milan: «Andare via dalla Roma è stato un passo importante perché andavo in un grande club come il Milan e mi ha reso più libero di esprimere quello che tifo e quella maglia mostrata è stata tra le più belle di sempre fatte dalla Lazio secondo me. Credo sia un effetto fantastico, da bambino andavo allo stadio, mio papà è della Lazio, mia nonna alla quale era molto legato era laziale. Quindi significa finalmente indossare la maglia sempre sognata».

Romagnoli e il suo idolo Nesta: «Ce lo siamo goduti poco in biancoceleste. Onorerò il numero»

Immancabile il riferimento al suo idolo: «La 13 me la porto dietro da tanti anni. Nesta è stato il più forte difensore di tutti i tempi, credo che nessuno sarà mai come lui. Quello che ha rappresentato per un’era è stato qualcosa di eccezionale e irripetibile. Indossare il suo numero è emozionante. L’ho indossato al Milan e ho l’onore di indossarlo qui. È un numero che pesa molto, ma cercherò di fare il mio meglio. La Lazio quel periodo aveva dei problemi finanziari, lui era tra i sacrificabili. Credo per lui sia stato un forte trauma, ma è stato bravo a vincere tutto col Milan. Il dispiacere è quello che ce lo siamo goduti poco, perché ci poteva dare anche altre gioie, ma rimane la felicità di averlo visto e vissuto in quegli anni. Ho avito la fortuna di conoscerlo tramite amici e al Milan, ma in questi giorni non l’ho sentito. Ho cercato di isolarmi da tutti, ho parlato solo con la mia famiglia e pochi amici.

Ho cercato di stare tranquillo e chiudere la trattativa».

I ricordi allo stadio Olimpico da bambino e da avversario

Dai primi ricordi allo stadio: «La prima volta allo stadio credo che fosse l’anno dello scudetto o il ‘99, ero veramente piccolo. Mio padre mi portava spesso. Nel giorno storico (14 maggio 2000, ndr) non c’ero perché non c’erano i biglietti, ma me la sono goduto da casa. Per noi laziali è uno dei giorni più belli di sempre anche per come è arrivata la vittoria del campionato». Alla rivelazione da avversario: «Ogni volta che giocavo all’Olimpico contro la Lazio, quando c’era l’inno era mio solito mettere la felpa sopra il naso e cantare, l’ho sempre fatto. La non esultanza rispetta i miei ideali, la mia fede, non ci sarei mai riuscito a esultare. Il rispetto è la prima cosa e non esultare mi è venuto naturale». Poi anche delle curiosità sui nuovi compagni che lo hanno contattato di continuo: «Ciro (Immobile, ndr) mi massacrava di chiamate (ride, ndr), quindi è stato sempre lì a chiamarmi, anche Danilo (Cataldi, ndr). Sentire il calore dei compagni è spettacolare. I compagni che ti scrivono e i tifosi che ti dichiarano amore è qualcosa di impossibile da non accettare». Poi un nuovo accenno sulla scelta rossonera prima di passare alle chiacchierate con Tare: «Per la mia carriera credevo fosse giusto fare un percorso a Milano perché la squadra stava crescendo, però ogni volta che giocavano contro la Lazio con Igli (Tare, ndr) dicevamo “Adesso mancano tre anni, poi due, poi sei mesi. Vediamo. Se fosse possibile proviamoci”. Io l’ho sempre detto di voler giocare alla Lazio e credo che questa sia l’età giusta. Vengo da un problema serio, la pubalgia, che sto risolvendo. Credo che sia giusto dare il 100%, anzi molto di più per questa maglia».

Romagnoli e l'invito ai tifosi: «Ora andiamo avanti insieme»

Infine anche una sottolineatura su una bella iniziativa della Curva Nord nei suoi confronti«L’emozione più bella che ho avuto finora è stato lo striscione in Nord in un Lazio-Milan di Coppa Italia ricevuto da avversario. Per me è stato qualcosa di bellissimo. Sapevo che in Paideia sarebbero arrivate tantissime persone, ma tra compagni e tifosi la mia voglia di venire qua era moltiplicata al mille per cento, era impossibile dire di no, li avrei traditi e non sarebbe stato giusto. Mi hanno dato tanto e ora tocca a me restituire con gli interessi tutto quanto». Per conludere, l'invito ai tifosi: «Solo insieme potremo raggiungere dei grandissimi risultati. So che voi siete una parte fondamentale di questa famiglia, quindi mi raccomando, avanti insieme».

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