Lazio-Roma, le pagelle: Under evapora, Fazio cresce

Lazio-Roma, le pagelle: Under evapora, Fazio cresce
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 2 Settembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:04
Dzeko isolato, Under impalpabile. Zaniolo ha la faccia da derby. Pau Lopez un ragazzo fortunato.
PAU LOPEZ 6
Ci arriva, spesso per pochi millimetri, ma ci arriva: su Leiva, su Immobile, soprattutto su Correa a metà ripresa. E dove non appare lo spagnolo, c’è il legno, la traversa, un palo. Sfortunato, insomma, proprio non è. Rischia il pasticciaccio sulla specialità della casa: il gioco con i piedi. Brivido. 
FLORENZI 6
Correa più Lulic gli procurano qualche noia, spesso Alessandro va in difficoltà. Doveva fare l’attaccante sinistro (prima dell’infortunio a Zappacosta dentro), alla fine gioca da terzino e finisce la gara da “alto” a destra. Volenteoroso e imperfetto. Soprattutto sfinito alla meta. 
MANCINI 6
Arriva spesso tardi sulle chiusure centrali, un’imbucata di Immobile nel primo tempo lo manda in bianco. Qualche uscita con la palla tra i piedi è da brividi. Non ancora ben inserito, ma nella ripresa acquisisce sicurezza. 
FAZIO 6,5
Decisamente meglio rispetto alla prima con il Genoa. Implacabile nel gioco aereo, sempre concentrato. Sbaglia poco, nei primi minuti si sostituisce a Pau Lopez e salva un gol , tipo portiere senza mani.
KOLAROV 6
Rigore chirurgico, implacabile, partita a petto in fuori, come sa fare lui. L’altra faccia di Aleksandar: la palla che gli soffia Milinkovic diventa la palla del pareggio. Questo, non bene. Non da lui. 
CRISTANTE 6,5
Solita prestazione di sostanza. Aggressivo e propositivo. Lo trovi ovunque, dalla sua area a quella degli altri. Centrocampista coast to coast. 
PELLEGRINI 6,5
Abbina qualità al sacrificio. Gli manca l’acuto. Ma non si vive mica di soli colpi di tacco. Lo scorso anno protagonista casuale, quest’anno ha la maglia da titolare cucita addosso. Crescente. Da limitare qualche leziosismo. 
UNDER 5
La partita contro il Genoa lo aveva rilanciato, il derby con la Lazio lo fiacca. Partita piena di poco: un po’ di corse all’indietro, apprezzabile la sua disciplina tattica, ma là davanti la prestazione è tutta in uno spunto al decimo della ripresa. Fine. Alla prossima, il mondo mica finisce qui.
ZANIOLO 7
Poteva essere il mattatore della partita, ma un po’ per sfortuna (due pali) un po’ per egoismo (due volte poteva servire l’assist vincente), perde l’occasione e rinvia l’appuntamento con la gloria. Ma la prestazione è positiva. Un uomo derby in embrione. 
KLUIVERT  6
Fa qualcosa di interessante, specie in velocità: un paio di ripartenze pericolose cominciano da lui. Ogni tanto pasticcia e soprattutto mostra il peggio di sé quando deve pensare la giocata e non farsi guidare dall’istinto e dalla corsa. A volte si smarrisce nell’egoismo (come e più di Zaniolo) davanti alla porta. Dà una grossa a mano a Kolarov, quando c’è da inseguire Lazzari o chiunque passi da quella parte. Volenteroso e acerbo. 
DZEKO 6
Ingaggia un duello forzuto con Acerbi, è sempre pronto ed abile ad abbassarsi per impostare il gioco per vestirsi da uomo squadra, si procura pure il rigore del vantaggio. Il lavoro a tratti è intenso e sempre di alta qualità. Nella ripresa sparisce, anche perché abbandonato là davanti. Continua la serie negativa quanto a gol contro la Lazio: due soli al suo primo anno. E stop. 
PASTORE 5,5
Entra per non incidere mai. Tocca pochi palloni, lo servono poco, lui si vede poco. Tutto poco. Fonseca però insiste sull’argentino, al momento lo considera il cambio per svoltare la partita. E’ successo sia col Genoa sia con la Lazio. Ora tocca al Flaco.
SANTON 5,5
Sfiora qualche danno letale: becca un’ammonizione, ne rischia anche un’altra. La Roma in quella fase aveva ancora la possibilità di affondare il colpo da quella parte. Non bene. 
DIAWARA NG
Non fa in tempo a entrare nel vivo, gioca poco. 
FONSECA 6
Il primo derby fila via quasi liscio, quantomeno non ne esce sconfitto e questo gli dà fiducia. Gioca un calcio ragionato, pacato, non ultra offensivo. La difesa ancora mette in evidenza qualche problema nei singoli. C’è da lavorare, e pure tanto ancora. Aspettando Chris Smalling.
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