Lazio, Caicedo rinnova: il quinto tenore entra nel coro di Inzaghi

Felipe Caicedo
di Alberto Abbate
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Mercoledì 2 Ottobre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:38
Un quinto tenore è entrato a far parte del coro. Ormai è impossibile rinunciare al suo splendido lavoro. Caicedo fa bene al gioco della Lazio. Lo aveva dimostrato lo scorso campionato, è stato ancora più evidente a San Siro, è certezza da domenica dopo il suo ingresso. Avete capito perché Inzaghi ha fatto di tutto per trattenerlo? Felipao era già con le valigie in mano, la società pronta a scaricarlo senza rinnovo a fine maggio. Quattro mesi dopo, Caicedo resta e con un prolungamento d’oro. Da ieri il secondo matrimonio è ufficiale sino al 2022 con un comunicato. L’ecuadoregno in realtà aveva già firmato alla fine della scorsa settimana in gran segreto. Un’offerta milionaria dal Qatar rappresentava l’ultimo pericolo, Caicedo si è tolto ogni dubbio e ha messo nero su bianco. Oltre due milioni più bonus e sopratutto una nuova considerazione dal punto di vista tattico. Inzaghi gliel’aveva promesso a giugno, in questa stagione gli avrebbe garantito un altro minutaggio. Felipao ha voluto aspettare, ora è tutto confermato: su 7 gare fra Europa e campionato, 5 giocate e 276’ in campo, le prime due (Samp e Roma) fuori soltanto perché convalescente dopo l’infortunio al polpaccio. L’anno scorso erano 213, i minuti, a questo punto. Eppure, ironia del destino, proprio col Genoa (alla quinta giornata), Caicedo avrebbe iniziato con un gol e la standing ovation una nuova vita alla Lazio.

PRIMO GOL
A 31 anni non è diventato bomber, ma è sempre più titolare. Nella terribile disfatta di Ferrara non era bastato il suo rigore conquistato, a Cluj è sembrato mogio. Caicedo è rinato di nuovo a San Siro, migliore in campo, nelle sponde un genio. Correa non ha sfruttato un suo triangolo al bacio, Felipao ha giocato per lui un tempo senza mai andare al tiro. Questo sino al Genoa era stato il suo unico neo. Così domenica pomeriggio è entrato, ha dettato in profondità a Milinkovic il passaggio. Ha superato Radu, l’ha messa dentro. E a fine gara col ghigno: «Mi ricorda il gol nel derby dell’anno scorso». Caicedo aveva sostituito Immobile infortunato, a sorpresa non l’aveva fatto rimpiangere un secondo. Adesso col Rennes tornerà dal primo minuto in coppia con Ciro per riscattare il ko con la Spal, ma sopratutto – in Europa – il pessimo debutto.

RECORD
L’anno scorso nove reti fra campionato ed Europa, Caicedo è stato comunque fondamentale anche nella marcia alla vittoria della Coppa Italia. Ora l’obiettivo è superare la doppia cifra, nonostante faccia invidia persino a Immobile (un gol ogni 172 minuti contro uno ogni 192) la sua ultima media. Quando a Ciro si era sgonfiata la vena, è spuntato Felipao a dargli una mano. Forse per questo anche il napoletano si è adoperato per il suo prolungamento. D’altronde, nella sua peggior stagione realizzativa, l’attaccante partenopeo (15 gol) con Caicedo (8 reti) ha formato comunque il quinto tandem (23 centri) della Serie A. Ventitré gol insieme, 15 lui e 8 il Panterone. Sono stati preceduti da Mandzukic-Ronaldo (30 gol totali, 9 il primo e 21 CR7), Milik-Mertens (33 gol, 17 e 16), Zapata-Ilicic (35 gol, 23 e 12) e Quagliarella-Defrel (37, 26 e 11). Domani sera Caicedo e Immobile promettono i botti, peccato non stiano rispondendo presente i tifosi. Col Rennes appena 5mila biglietti staccati, i Distinti Sud-Est chiusi. C’è da scontare la squalifica comminata dalla Uefa dopo i buu biancocelesti a Siviglia. Per Caicedo solo ola.
 
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