Lazio, prove di ammissione: ​Napoli, Juve e Inter, comincia il ciclo terribile

Lazio, prove di ammissione: Napoli, Juve e Inter, comincia il ciclo terribile
di Alberto Abbate
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Mercoledì 16 Gennaio 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Andata all’inferno, ritorno magari in paradiso. Per la Champions la Lazio deve invertire il trend con le big nel suo cammino. Le prossime tre partite diranno se il buongiorno si vede dal mattino. Prima il Napoli, poi la Juve e infine l’Inter, le prime tre della classifica in 10 giorni. Due gare di campionato e i quarti di Coppa Italia, a fine gennaio avremo già una prima risposta. Nel 2018 è stata assolutamente negativa: ko anche con la Roma e appena un pari in extremis in casa col Milan, dirette concorrenti per il quarto posto. Adesso bisogna sfruttare pure un eventuale contraccolpo mentale o fisico post-Gedda del club rossonero. Si ricomincia dal San Paolo, dalla trasferta (oggi l’Osservatorio deciderà se vietarla ai laziali o anticipare il match alle 15) più tosta dopo quella dello Stadium. Lo dicono i numeri e la storia. Il Napoli quest’anno è ancora imbattuto (8 vittorie e 2 pareggi) sotto al Vesuvio e anche gli altri precedenti non sorridono certo alla Lazio: lo scorso anno l’inutile vantaggio di De Vrij nel 4-1 nel 34esimo successo partenopeo contro i biancocelesti. Più in generale, su 73 partite in Campania solo 15 trionfi biancocelesti. Insomma, Napoli è un tabù, ma può pure rilanciare la Lazio verso su. Vede Napoli, infatti, e poi la Champions. Perché l’ultima vittoria al San Paolo risale al 31 maggio 2015, quando i ragazzi di Pioli sbatterono gli azzurri di Benitez (con un rocambolesco 2-4) fuori dall’Europa che conta all’ultima giornata. Fu festa per i tifosi (appena 600 nuovi abbonamenti staccati nella nuova campagna 2019) nella notte di ritorno a Formello perché i biancocelesti centrarono la qualificazione ai preliminari, il miglior risultato dell’ultimo decennio. Lo stesso conquistato pure da Udinese e Samp. La Lazio dal 2008 non ha mai più visto i gironi di Champions, la Fiorentina è arrivata addirittura agli ottavi. Questo per spiegare quanto non contino solo i maggiori ricavi e poteri economici. Ironia del destino, il club biancoceleste non vede quella “maledetta” competizione da quando Tare è diesse. Avete capito perché è diventata un’ossessione anche per l’albanese? Inzaghi spera di sfruttare questa voglia dell’intera società per un aiuto dal mercato e il salto di qualità. Ma pure lui adesso deve fare mea culpa. 

MERCATO BOCCIATO 
Ci sono quasi tutti gli acquisti estivi col piede di guerra. Non decollati un po’ per gli acciacchi, un po’ perché Inzaghi ha dimostrato di vedere solo i suoi fedeli. Mica solo quest’anno. Era già successo con Luis Alberto, lasciato per 9 mesi al gelo. Meno male che almeno Acerbi era una sua richiesta, a ottobre aveva pensato d’andar via persino Correa. Adesso Berisha e Badelj (niente Roma, ma occhio al Milan più del Galatasaray) hanno chiesto la cessione, Durmisi potrebbe finire già al Celta Vigo a titolo definitivo. Il danese è subentrato persino col Novara, toccherà a Lukaku a Napoli nonostante Lulic sarà traslocato a destra. Ieri l’ennesima conferma alla ripresa. 
 
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