Lazio, Pedro è l'anti-Ibra in cerca di rivincita

Lazio, Pedro è l'anti-Ibra in cerca di rivincita
di Alberto Abbate
4 Minuti di Lettura
Sabato 11 Settembre 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:17

Non sarà certo un giorno, al massimo 10 anni possono fare la differenza, ma la data sembra una ricorrenza: il 13 settembre 2011 Pedro segnò la prima volta al Milan in Champions con la maglia del Barcellona. Lui contro il Diavolo è un amuleto porta fortuna. Nove confronti in carriera, appena due ko, uno solo al Meazza, nessuno contro l’ex compagno Ibra. Anzi, lo spagnolo ai tempi blaugrana mandò addirittura lo svedese in panchina e poi via. Pedro è quasi uno spauracchio per Zlatan. L’anno scorso al primo appuntamento in Serie A, lo spagnolo cascò nell’area rossonera e Giacomelli fischiò il rigore trasformato da Veretout per la Roma.

Finì 3-3 il 26 ottobre 2020 quella sfida, oggi Pedro ha cambiato sponda: «Era da tanto che non accadeva un trasferimento del genere in città - confida a Lazio style - ma sono felice della scelta e soprattutto dell’accoglienza.

A Trigoria mi hanno lasciato fuori rosa senza parlare con nessuno della dirigenza. Quando mi ha chiamato Sarri, ho colto al volo quest’opportunità». Si respira tutta la sua voglia di rivincita, a Formello il 34enne sta già vivendo una seconda giovinezza: «Non voglio più parlare del gol al derby. È il passato, la Roma. Alla Lazio ci sono ottimi compagni, che giocano molto bene la palla e con la testa. Tutto è più facile quando si scende in campo con allegria. Lo si è visto ad Empoli e poi con lo Spezia. Abbiamo segnato 9 gol e questo significa che siamo sulla buona strada. Adesso avanti col Milan». Già un assist in 131’ di corsa forsennata, passaggi millimetrici, tiki taka e standing ovation al debutto sotto la nuova curva. 

Lazio femminile, arriva il Milan: Morace alla ricerca dei primi punti.


ALLIEVO Con Pedro ora si balla sulle note di Raffaella Carrà: «Mi carica, è una canzone famosa anche in Spagna». Domani ci saranno duemila tifosi a San Siro a intonargliela per spingerlo in porta: «Finalmente. Perché anche per uno con la mia esperienza, giocare con il pubblico è tutta un’altra storia. E per noi contro il Milan sarà un vero esame in una gara tosta. Io so il potenziale che ha la Lazio e dove può arrivare, ma va fatto un passo alla volta». Numero 9 sulle spalle per trascinare questa squadra. Sarri non c’ha pensato due giorni dal suo sbarco per lanciarlo nella mischia come guida: «È l’allenatore con cui mi sono trovato meglio insieme a Guardiola, con cui ho vinto tutto al Barcellona. Maurizio ha un’idea di gioco molto chiara, a prescindere che si tratti della Serie A, della Premier o della Liga. Io l’ho subito capita al Chelsea, ma ci vuole tempo affinché tutti pressino alto e giochino palla di prima. Per questo lui ci lavora in maniera ossessiva». Pedro parla la sua stessa lingua.

Milan-Lazio, probabili formazioni: Sarri conferma il tridente, Pioli ritrova Ibrah e Kessiè


SPAGNA Olè, la Lazio è sempre più spagnola. S’infoltisce a Formello, la colonia: «È un onore indossare la maglia che fu di Mendieta e De La Pena. Qui conoscevo già Reina, ma anche Patric e Luis Alberto. Non so perché quest’ultimo non venga convocato dalla Nazionale. Io lo chiamerei subito, ma bisogna fare a Luis Enrique la domanda». Pedro consiglia, serve Ciro in profondità e mostra anche ai più giovani le orme da seguire per ripercorrere la sua straordinaria carriera: «Raul Moro e Luka Romero hanno un futuro importante e io dico spesso loro che non devono avere nessuna fretta. Alla Lazio hanno davanti campioni e devono quindi cogliere al volo ogni singola o breve chance che gli viene concessa». Anche perché il “vecchietto” Pedro è il primo che non molla la sua casacca: «Non conta l’età. Sto ripetendo sempre nello spogliatoio che più hai vinto, più hai voglia di vincere ancora». Dunque anche a San Siro hasta la victoria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA