CHE BOTTE
Ma soprattutto una “partitita” vera, undici contro undici. L’ultima era del sei marzo, ottantuno giorni fa. Si comincia. Dopo un breve esercizio di possesso palla, con Leiva e Cataldi a fare da jolly, Inzaghi stoppa tutto, saluta il brasiliano (rientrato da poco dopo un infortunio) e fa le squadre per la partitella finale di quattordici minuti, sette a tempo. I ritmi, neanche a dirlo e nonostante un lungo stop, sono già altissimi. Immobile e Luis Alberto corrono e svariano da una parte all’altra del campo. Entrambi lottano con Cataldi per un pallone, nessuno si risparmia. Il primo gol, guarda caso, lo mette a segno Ciro, una rete facile facile, sotto porta, dopo un passaggio dalla destra di Lazzari. L’altra squadra è spinta da Milinkovic-Savic che a perdere non ci sta e inizia a fare a spallate. Passa qualche minuto e arriva il pareggio proprio da parte del serbo. Tutte e due le formazioni spingono e si “menano”. Nessuno ci sta a perdere. A soffrire più di tutti è lo stesso Inzaghi che, quasi senza voce, non fa che dire “piano, pianooo”. Pazienta un po’, dice che manca poco e alla fine del tempo regolamentare dice: facciamo chi segna prima vince. Non l’avesse mai detto. I ritmi e la rivalità sale, lui quasi se ne pente e, infatti, dopo appena tre minuti, decreta la fine di tutto. Apriti cielo. Immobile e Acerbi, seguiti da Milinkovic-savic vanno diretti dal tecnico e si lamentano per il poco tempo concesso. “Ma che dite, gli ho fatto giocare anche un minuto di più”, la risposta di Inzaghi. Alla fine tutti contenti o quasi. Pare che tutto stia tornando normale. Oggi si riparte.
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