Lazio, non c'è mercato: la società considera la rosa da Champions

Lazio, non c'è mercato: la società considera la rosa da Champions
di Alberto Abbate
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Giovedì 24 Gennaio 2019, 07:30
Presunzione di coerenza. A pochi giorni dal gong di mercato non c’è nessuna accelerazione. Poco importa cos’ha detto il campo a destra, rientrerà l’emergenza e toccherà poi a Inzaghi pelare la patata. Perché non può aver bisogno d’aiuto chi ha gestito male la rosa più larga. Questa è una prospettiva. Perché è vero che l’allenatore ancora una volta ha utilizzato sempre gli stessi e, Acerbi e Correa a parte, con le scelte ha bocciato di fatto il mercato estivo. Ma siamo sicuri che di per sé non fosse già sbagliato? Intanto nessuno vuole correggerlo. Lotito e Tare puntano il dito contro il mister, reo di aver sminuito i nuovi acquisti. Durmisi ha totalizzato appena un’ora di gioco, Berisha 74’, Badelj 561’. In effetti solo pochi mesi fa la Lazio aveva rinforzato la panchina in mediana e a sinistra, il problema è che già allora mancavano i titolari sull’altra fascia. Sono stati spesi quasi 20 milioni per Berisha, Durmisi e Badelj (considerando anche stipendio e commissioni) senza risolvere i problemi prioritari: un difensore centrale e soprattutto un esterno a destra, considerato che Marusic era stato male durante tutta la preparazione estiva. Non solo, più del centrocampo aveva bisogno l’attacco di un altro bomber al posto di Caicedo, invece si è deciso di sciogliere solo un nodo: Proto al posto di Vargic come secondo, tra l’altro nemmeno nel girone di Europa League pienamente considerato. Acerbi e Correa erano due innesti forzati e scontati, uno al posto di de Vrij e l’altro di Felipe emigrati. 
ERRORI
Mancano pochi giorni. E sale la rabbia per l’immobilismo biancoceleste in questa sessione di riparazione. Tutti credevano si lavorasse per colmare le lacune, invece si pensa – e pure male - solo alle uscite. Non è una questione di possibilità economiche, Lotito e Tare sono convinti di non avere punti deboli e di aver già costruito una rosa top per la Champions. L’unico tentennamento, prima della sfida col Torino, lo aveva avuto il diesse per Marusic, ostacolato nella crescita dai continui acciacchi fisici. Così l’albanese aveva pensato di correre ai ripari, ma senza spese folli: rimane l’idea del rientro di Djavan Anderson in prestito da Salerno. Però bisogna prima “liberarsi” di Caceres, uno che alla Lazio, ovunque a destra, dovrebbe essere stratitolare. Qui sì che la colpa è totalmente d’Inzaghi, che non considera più Murgia con un piede fuori (in prestito alla Spal) se, come sembra, alla fine gli scontenti Berisha e Badelj dovessero restare.
Solita abbondanza a centrocampo, coperta sempre più corta in difesa. Inzaghi dovrà inventarsi una formazione dietro domenica (Acerbi squalificato, per Luiz Felipe confermata la lesione di primo grado), per fortuna potrà contare su Radu e Lulic. 
I BIGLIETTI
Polverizzati ieri un giorno gli 800 biglietti per Frosinone, superate invece le 50mila presenze con la Juve: «Assurdo però che la metà saranno tifosi bianconeri – tuonano gli Irriducibili – e guai a chi dice che risvuotare lo stadio sia la soluzione per far muovere la società sul mercato. Anche noi siamo avvelenati. Non vogliamo Ronaldo o Messi, ma un segnale. E non possono certo essere le cessioni per quattro spicci di giocatori scarsi a bloccare le entrate. Ci sarebbero circa 20 milioni da spendere, perché non viene fatto nulla? Perché non si vuole andare in Champions o perché si sa che tanto al quarto posto non ci fanno arrivare? Capisco Lotito, ma ce lo dica e combattiamo insieme il sistema. Intanto mi sogno una squadra che va dagli arbitri a protestare per bene, poi ci penseremo noi dagli spalti». Buu ad altri torti. 
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