Lazio: Milinkovic, Correa e Strakosha le chiavi per provare ad aprire la porta Champions

Joaquin Correa (foto Rosi)
di Alberto Abbate
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Lunedì 21 Ottobre 2019, 09:30
Tre pedine si muovono insieme a Re Immobile per fare scacco matto. Inzaghi rimonta un match folle, che sembrava perso sino al sessantanovesimo, anche e sopratutto grazie a un uomo per reparto. Come a Bologna, è Stakosha a tenere in gioco sino all’ultimo la Lazio. Per più di un’ora c’è un tiro al bersaglio, lui è incolpevole su ogni gol preso. Anzi, sin da subito è Thomas a evitare il peggio. Salva su Pasalic col piede su un tiro da un metro, è strepitoso d’istinto su una punizione di Marinovskyi in volo. E’ decisivo in assoluto nel finale su Gomez: sarebbe senz’altro finita 4 a 2 per l’Atalanta se il portiere non fosse rimasto in piedi sullo scavetto dell’argentino. Strakosha para quasi di petto e può mostrarlo fiero, visto che poco dopo Immobile trova col secondo rigore il pareggio. E pensare che per il portiere si temeva il contraccolpo psicologico, nella penultima gara con la sua Nazionale una sua uscita sciagurata al 90’ aveva costretto l’Albania a dire definitivamente addio al prossimo Europeo. Thomas fuori dai pali e coi piedi rimane pericolo, ma in porta dimostra ancora d’essere un valore aggiunto. In ogni rimonta biancoceleste c’è almeno un pezzo del suo guanto. 
RISCATTO
Peccato che al Dall’Ara Correa non abbia sfruttato la sua mano, almeno però l’altro ieri ha trovato un mezzo riscatto. Si sblocca e bacia il cielo. Finalmente può dedicare il gol alla nonna scomparsa da qualche giorno. Non c’era riuscito a Bologna dal dischetto, aveva fallito il rigore ed era finito sul patibolo. Correa stavolta fa centro e trova il riscatto. Inizia timido e fumoso, purtroppo come al solito. Non aiuta la squadra, non la fa salire, dribbla a vuoto. Si sveglia per fortuna nel secondo tempo e, dopo aver fallito la prima chance calcando alle stelle davanti a Gollini, la mette all’incrocio. Un siluro mirato. Correa non segnava dalla prima giornata contro la Sampdoria, pur essendo il giocatore che più tira in serie A. Praticamente uguale a Ronaldo la sua media, peccato sia diversa la riuscita. Stavolta Correa la mette in porta, ma poi si divora un’altra rete di testa. Gollini gliela para, ma lui era tutto solo al centro dell’area. Meno male che ci pensa Immobile a salvare testa e coda. 
PASSAGGIO
Secondo penalty della partita conquistato e stravolta trasformato. Trovato grazie all’ennesimo filtrante perfetto di Milinkovic, l’unico biancoceleste a scendere dall’inizio veramente in campo. Pronti via, Sergei dribbla tutti e sbatte sul muro orobico, poi gioca da solo nel deserto dei compagni per un tempo. Non è un caso che i suoi numeri siano quasi un monopolio: appaia Immobile e Acerbi rispettivamente in occasioni create (3) e duelli aerei vinti (5), è il migliore per tocchi di palla (77), velocità media (7,9 km/h), duelli totali vinti (10) e disimpegni (4). Sotto porta l’Atalanta era la sua vittima preferita, stavolta Sergej non riesce a trovare la rete per la quinta volta, ma dai suoi piedi parte ogni iniziativa. Fa a spallate e da solo interdizione in mediana. Luis Alberto è un fantasma, così è sempre Milinkovic quello che lancia. Se Immobile è il re della giornata, Inzaghi deve coccolarsi pure i tre fanti che l’hanno resa meno amara.
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