Lazio, Muriqi e Vavro sbloccano il mercato

Lazio, Muriqi e Vavro sbloccano il mercato
di Alberto Abbate
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Lunedì 24 Gennaio 2022, 00:05

Costruire significa saper rinunciare alla perfezione del risultato, ma lo 0-0 contro un’Atalanta decimata sta davvero stretto. Quando si alza il livello dell’avversario - era successo anche con l’Inter a San Siro - il palleggio biancoceleste diventa solo fumo, se nessuno alla fine mette la palla dentro. Ci pensa Immobile, di solito, non a caso ha segnato 17 gol dei 46 della Lazio, che rimane in teoria il terzo miglior attacco di questo campionato. Eppure, con Pedro ai box, Zaccagni fermo al palo e Felipe Anderson spento, Sarri si volta verso la panchina e vede il vuoto. Non si sente di caricare di responsabilità i baby Raul Moro e Luka Romero, dunque invoca un altro vice-Ciro. Le prossime 48 ore saranno decisive perché stavolta Vedat Muriqi è davvero vicino all’addio e può arrivare un sostituto. Sarri non vuole nessun altro spilungone al suo posto, ma una punta in grado di garantire davanti ulteriore qualità e soprattutto palleggio. Il 21enne Jonathn Burkardt sarebbe perfetto, se solo il Mainz lo cedesse a titolo temporaneo.

Ci sarebbe però pure l’incognita dell’immediato ambientamento. Ecco perché si guarda sempre più alla Serie A, anche a trequartisti, esterni o seconde punte come Riccardo Orsolini del Bologna, Nedim Bajrami dell’Empoli e Mattia Aramu del Venezia, da tempo sul taccuino. Anche Kevin Lasagna del Verona da tenere d’occhio sino all’ultimo. Domani ci sarà un vertice per decidere il da farsi a Formello, se Muriqi sarà finalmente stato sistemato al Saint Etienne o in un altro club top secret all’estero. Si lavora incessantemente al prestito oneroso e al diritto o obbligo di riscatto ad almeno 8,5 milioni, perché è l’unico modo per aggirare l’indice di liquidità, in questo momento. Dovrà poi entrare con la stessa formula il rimpiazzo. 


PROLUNGAMENTO
Tra la partenza di luglio e il primo traguardo di agosto, c’è di mezzo questo mercato. Dopo un po’ di baccano, ora Sarri rimane in silenzio e aspetta solo mosse concrete da Tare e Lotito. Il presidente in questa sosta è pronto finalmente a incontrarlo per il rinnovo sino al 2025, in stand-by da un mese e mezzo. «Il patron ha avuto altri problemi, è stato impegnato», lo ha giustificato Sarri, ormai senza nessuna frenesia di firmare prima di fine gennaio.

Manca una settimana e l’allenatore vuole vedere se avrà rinforzi al gong, anche se assicura che il prolungamento non sia legato a questo nodo. E nemmeno all’inserimento di clausole rescissorie al ribasso, valide per l’estero: esistono normali penali per “liberarsi” in ogni contratto. Sarri vuole solo capire a che punto è il suo progetto: «E quanto la società sia disposta mentalmente a sostenerlo». Adesso sta apprezzando lo sforzo e l’impegno.


TREND INVERTITO 
Dopo quasi sette mesi, non basta quello che offre il convento. Sarri ha lavorato parecchio su questo organico, si vede negli schemi in campo, ma non è sufficiente per il suo gioco. La Lazio non riesce mai a trovare l’equilibrio fra la difesa e l’attacco, anche se il tecnico adesso preferisce dissetarsi dal bicchiere mezzo pieno. Già, perché non accadeva dal 2017 che, per tre volte di seguito – compresa l’Udinese in Coppa Italia – i biancocelesti non subissero gol. Addirittura dopo l’Empoli, e senza il leader Acerbi, si riscatta Patric al centro. A tal punto da alzare la testa e chiedere la cessione al primo corteggiamento: è in scadenza a giugno, lo spagnolo vorrebbe andare gratis al Valencia subito. Senza innesti ancora certi, Sarri dice no. Invece è ben gradita l’uscita di Vavro, a un passo dal ritorno al Copenaghen. Il risparmio di un milione d’ingaggio consentirà l’ultimo assalto al jolly Nicolò Casale del Verona, in prestito con diritto di riscatto. Ancora in bilico il futuro di Kamenovic, perché Sarri non lo vede e l’indice di liquidità blocca ancora il suo tesseramento. Comunque vada, potrebbe essere girato in prestito: il baby serbo non ci sta solo a rientrare al Cukaricki, club da cui era partito con quasi tre milioni di cartellino e il sogno della Serie A nel cassetto. Non pensava certo di passare già sei mesi fuori rosa a Formello.

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