Tramandate ai posteri le sue gesta. In sette anni di Lazio, Milinkovic ha riscritto la storia. A dicembre contro l'Udinese ha superato Nedved, è il centrocampista più prolifico del club biancoceleste, e non è ancora finita: 56 reti in 290 presenze, ne mancano appena 4 per la cifra tonda. Guarda caso, quelle che permetterebbero a Milinkovic di superare il suo miglior bottino del 2018 (12 centri) e salire a quota 13 in questa annata. In quattro gare, sembra quasi utopia, ma Sergej ha schiacciato ogni limite con la sua forza. Ecco un ulteriore record da incidere sui sampietrini di Roma. Già, perché il serbo sa benissimo che a giugno saluterà, è anche una sua scelta. Lo ha comunicato a Sarri e al resto della squadra nell'ultima grigliata, ma ha giurato a tutti di voler dare il massimo per lasciare la Lazio in Europa. Nelle ultime due partite, promessa mantenuta: prima l'assist col Torino, poi quello inutile per Ciro contro il Milan.
Undici passaggi decisivi, Milinkovic ha già superato se stesso nell'ultima stagione (10) ed è il re di questa serie A. Merito suo e di Immobile, se la Lazio ha racimolato un punticino che, dopo i recuperi, la tiene al sesto posto sopra la Fiorentina per gli scontri diretti, a +1 sull'Atalanta e a -2 dalla Roma.
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LA SCRITTA
Visioni diverse anche su questo. Per Maurizio infatti il futuro non è legato al piazzamento: «Dipende dalla sintonia sul programma con Lotito». Non sono arrivati tutti i rinforzi richiesti in estate, ci sono state frizioni (vedi Casale del Verona) a gennaio. A inizio marzo erano state avviate prove di collaborazione col ds Tare su Wyscout, ora è calato di nuovo il silenzio. Piacciano Theate e Ferrari, Romagnoli è in standby, Patric non ha ancora accettato il rinnovo e c'è una difesa da rifondare subito. Pure con Acerbi sarà addio, Sarri si interroga se schierarlo domani dal primo minuto, dopo quanto accaduto col Milan nel recupero. Nonostante le scuse, ieri è spuntata un'altra scritta pesante contro il difensore nei dintorni di Ponte Milvio: «Ora basta lo diciamo noi... Togli quella maglia e vattene». Non gli verrà riservata un'accoglienza migliore dai 1129 tifosi al seguito nel settore ospite. Nemmeno con l'Europa sembra esserci possibilità di riconciliarsi con Acerbi. A giugno sarà tempo di lasciarsi un giorno a Roma e poi dimenticarsi.
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