Lazio, Milinkovic vuole il quinto posto per poi lasciarsi: serbo conteso da United e Psg

Sarri chiede Allan o Loftus-Cheek

Lazio, Milinkovic vuole il quinto posto per poi lasciarsi: serbo conteso da United e Psg
di Alberto Abbate
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Venerdì 29 Aprile 2022, 07:37 - Ultimo aggiornamento: 17:26

Tramandate ai posteri le sue gesta. In sette anni di Lazio, Milinkovic ha riscritto la storia. A dicembre contro l'Udinese ha superato Nedved, è il centrocampista più prolifico del club biancoceleste, e non è ancora finita: 56 reti in 290 presenze, ne mancano appena 4 per la cifra tonda. Guarda caso, quelle che permetterebbero a Milinkovic di superare il suo miglior bottino del 2018 (12 centri) e salire a quota 13 in questa annata. In quattro gare, sembra quasi utopia, ma Sergej ha schiacciato ogni limite con la sua forza. Ecco un ulteriore record da incidere sui sampietrini di Roma. Già, perché il serbo sa benissimo che a giugno saluterà, è anche una sua scelta. Lo ha comunicato a Sarri e al resto della squadra nell'ultima grigliata, ma ha giurato a tutti di voler dare il massimo per lasciare la Lazio in Europa. Nelle ultime due partite, promessa mantenuta: prima l'assist col Torino, poi quello inutile per Ciro contro il Milan.

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Undici passaggi decisivi, Milinkovic ha già superato se stesso nell'ultima stagione (10) ed è il re di questa serie A. Merito suo e di Immobile, se la Lazio ha racimolato un punticino che, dopo i recuperi, la tiene al sesto posto sopra la Fiorentina per gli scontri diretti, a +1 sull'Atalanta e a -2 dalla Roma.
LEIVA SI OFFRE
Dopo il caos, da ieri a Formello si respira un altro clima.

Sorrisi e battute durante la seduta. Out solo Pedro, Sarri è ottimista, sta cercando di riportare nel gruppo compattezza e serenità. Immobile lo aiuta a spegnere focolai qua e là. Milinkovic invece pensa solo a infiammare lo Spezia: il serbo non partecipò alla goleada dell'andata, ora vuole prendersi la gloria. Propensione funzionale alla sua partenza. Più incanta, più si scatena l'asta. L'agente Kezman avrebbe portato un'ultima offerta dello United da 80 milioni (bonus compresi) domenica scorsa. Il Psg ne aveva proposti 65 in inverno, ma non molla. Specie se non dovesse arrivare a Pogba, con la Juve gradita da Sergej terza interessata. Per la Lazio, Milinkovic può diventare la cessione più importante della storia. Con un contratto in scadenza nel 2024, Lotito gongola: può sistemare il bilancio e rifondare la rosa. Sarri ha già accettato a malincuore la cessione, ma ne ha chiesto la sostituzione con un fedelissimo fra Loftus-Cheek e (più facile) Allan. Il tecnico non era alla festa di Luis Alberto, al suo posto chiede invece Vecino a scadenza, davanti a Djuricic e Saponara. Tare sonda anche Bourigeaud, mezz'ala, playmaker all'occorrenza, ma l'allenatore vorrebbe uno fra Maxime Lopez e Vitinha in regia. Occhio a Leiva: potrebbe accettare il rinnovo di un anno con lo stipendio dimezzato per venire incontro alla società. Tutto però dipende anche dall'Europa. Compreso il destino di Sarri, a sentire la presidenza.

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LA SCRITTA
Visioni diverse anche su questo. Per Maurizio infatti il futuro non è legato al piazzamento: «Dipende dalla sintonia sul programma con Lotito». Non sono arrivati tutti i rinforzi richiesti in estate, ci sono state frizioni (vedi Casale del Verona) a gennaio. A inizio marzo erano state avviate prove di collaborazione col ds Tare su Wyscout, ora è calato di nuovo il silenzio. Piacciano Theate e Ferrari, Romagnoli è in standby, Patric non ha ancora accettato il rinnovo e c'è una difesa da rifondare subito. Pure con Acerbi sarà addio, Sarri si interroga se schierarlo domani dal primo minuto, dopo quanto accaduto col Milan nel recupero. Nonostante le scuse, ieri è spuntata un'altra scritta pesante contro il difensore nei dintorni di Ponte Milvio: «Ora basta lo diciamo noi... Togli quella maglia e vattene». Non gli verrà riservata un'accoglienza migliore dai 1129 tifosi al seguito nel settore ospite. Nemmeno con l'Europa sembra esserci possibilità di riconciliarsi con Acerbi. A giugno sarà tempo di lasciarsi un giorno a Roma e poi dimenticarsi.
 

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