Il tempo passa, ma il Sarrismo resta ancora un’utopia per la Lazio. I biancocelesti sono usciti sconfitti da San Siro contro l’Inter, convincendo però il proprio allenatore come rivelato nel post gara: «Abbiamo fatto una buona partita. Stiamo stati belli aggressivi e solidi». Aggressività e solidità, due caratteristiche importanti, ma che restano lontane da quell’idea di gioco spumeggiante e coinvolgente vista soprattutto a Napoli. Dando un’occhiata ai numeri della sfida contro i nerazzurri, la Lazio ha perso tutti i duelli alla base dello stile del proprio allenatore: dal possesso palla (61% a 39%) ai tiri (17 a 5), passando per i passaggi completati (570 a 334) di cui 111 nella trequarti avversaria per l’Inter e praticamente la metà per la Lazio (63).
Sebbene possa essere piaciuta la compattezza dimostrata contro un avversario così forte, Maurizio Sarri non può essere soddisfatto per numeri che cozzano con l’essenza del suo gioco. Il Sarrismo o “Sarri-ball”, come chiamato ai tempi del Chelsea, ha bisogno di un aiuto. In attesa del rientro nella Capitale di Lotito, il Comandante comincia ad essere stanco della situazione e dopo aver fatto presente quello che serve in privato ieri lo ha ribadito pubblicamente: «Per quello che ho in mente non bastano un laterale difensivo e un vice Immobile.
Lazio bloccata dall’indice di liquidità: due modi per sbloccarlo
Messaggi chiari quelli di Sarri che il giorno del suo 63esimo compleanno lo passerà in campo da grande stakanovista quale è, ma allo stesso tempo si aspetterà un regalo dal presidente Lotito, pronto a rientrare da Cortina. Inutile illudersi per il riscatto obbligatorio di Correa scattato con l’ingresso in campo ieri sera: l’Inter infatti potrà spendere i 25 milioni pattuiti (più 5 di prestito) in tre rate. Servirà altro per sbloccare la situazione e arginare l’indice di liquidità del quale Sarri (e non solo) non ha ancora capito «cosa ca*** sia». Il ritornello del mercato bloccato, ripetuto a memoria anche dal direttore sportivo Tare prima del match, non può essere più accettato. Serve una svolta e quest’ultima potrà arrivare solamente in due modi e non con i prestiti di Escalante o quelli all’orizzonte di Vavro e Fares. Il primo è vendendo definitivamente Muriqi e Lazzari, fuori dal progetto (opzione ad oggi difficile per gennaio). È spuntata anche un’offerta dell’Atletico Madrid per Hysaj rifiutata da Sarri stesso. L’altra modalità sarebbe un prestito del presidente Lotito, come avvenuto in estate, per ufficializzare i nuovi acquisti.
Lazio, le richieste di Sarri: Reinildo dipende da Kamenovic, piace Casale
La liquidità, che arrivi grazie a entrate o per un prestito del presidente, sbloccherebbe in primis l’ufficialità di Kamenovic, altro tasto dolente. Sarri è soddisfatto dell’impegno del calciatore, ma non lo reputa ancora inerente al proprio progetto. Il nodo risiede nel fatto che la Lazio ha promesso il suo tesseramento all’agente Kezman, il quale cura anche gli interessi di Marusic e Milinkovic. Ufficializzare Kamenovic significherebbe dire addio all’ultimo slot da extracomunitario che nelle idee del Comandante sarebbe spettato al terzino del Lille Reinildo Mandava, in scadenza a giugno e seguito anche dal Napoli. Abbandonati i sogni Emerson Palmieri, Loftus-Cheek e Hudson-Odoi il tecnico ha esposto le sue preferenze, soprattutto per il reparto arretrato: tra queste vi è Nicolò Casale dell’Hellas Verona, in grado di giocare sia al centro della difesa che a sinistra. Torna poi di moda anche il nome di Anel Ahmedhodzic, bosniaco con passaporto svedese del Malmö, profilo più volte sondato da Tare. Tanti nomi, ma prima una richiesta chiara: lo sblocco del mercato. Questo il regalo chiesto dal Comandante per i suoi 63 anni mentre il rinnovo è da tempo pronto sul tavolo in attesa della firma.