Lazio, Marusic e Milinkovic tengono viva la speranza Champions, ma ora servono i gol di Immobile

Lazio, Marusic e Milinkovic tengono viva la speranza Champions, ma ora servono i gol di Immobile
di Alberto Abbate
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Martedì 13 Aprile 2021, 07:35

 C’è un vento dell’est che soffia a Formello e tiene la Lazio aggrappata alla Champions. Un montenegrino e un serbo, Marusic e Milinkovic hanno il fuoco balcanico dentro e scaldano ancora il sogno. Sarà stato quel lockdown condiviso in casa insieme proprio ad aprile scorso, a pochi metri dal centro sportivo, questi due giganti si sono contagiati d’oro. Dopo i problemi fisici e posturali risolti con un intervento odontoiatrico, il jolly Marusic è la rivelazione assoluta di quest’anno: domenica in difesa semplicemente perfetto, ma fondamentale anche nella penultima trasferta a Udine con un gol – era già successo nello scontro diretto a Bergamo - alla Del Piero. A Verona sale in cielo il miglior amico: era già accaduto col Chievo, al Bentegodi Milinkovic sbircia il cross di Radu, svetta oltre il novantesimo e manda tutti i compagni in Paradiso. Un’altra rete decisiva lontano dall’Olimpico, le altre tre volte Sergej aveva punito gli avversari da calcio da fermo. Incredibile la crescita di questo gioiello, che sorride ed è contento alla Lazio, nonostante sappia che nessuno – nemmeno il suo amato Real Madrid – potrà permettersi quest’estate i validissimi 100 milioni pretesi da Lotito. Intanto eguagliato il suo record italiano, fra assist e gol (8 +7), e mancano ancora 9 partite per rimpinguare il suo personale bottino. Serviranno come il pane per la rincorsa al quarto posto, visto che continua a non sbloccarsi Ciro. Non era mai successo in Serie A che Immobile rimanesse per 8 gare di seguito a secco. 


BICCHIERE MEZZO PIENO
Di nuovo irriso dal legno con un diagonale al volo. Immobile sta vivendo davvero un momento sfortunato, ma a Formello preferiscono vedere il bicchiere mezzo pieno. Una volta se il bomber partenopeo non segnava per così tanto tempo, si fermava tutta la Lazio.

Adesso invece ecco il quarto successo consecutivo, grazie alla collaborazione di tutto il gruppo. Con lo Spezia c’avevano pensato Lazzari e Caicedo. Quest’ultimo (al Bentegodi eurogol annullato da Chiffi per una sbracciata di troppo: «Sono furibondo») specialista degli ultimi minuti anche contro il Crotone dopo i centri di Milinkovic e Luis Alberto. Da quando Ciro è a digiuno, i biancocelesti hanno comunque raccolto 15 punti: 5 vittorie (c’è anche la Samp) e 3 sconfitte contro l’Inter, il Bologna e la Juve a Torino. A Verona ecco l’undicesimo trionfo (meglio dell’Inter a quota 10) di misura della Lazio, il terzo acciuffato oltre il novantesimo.


TURNO DECISIVO 
Non mollare mai è il motto incarnato. E nessuno vuole mollare quest’inseguimento. Anche perché c’è ancora il recupero (Lotito farà ricorso invano domani al Collegio di Garanzia per il 3 a 0 a tavolino) della gara col Torino, che proietterebbe potenzialmente a 58 punti la Lazio. L’Atalanta quarta è a quota 61, ma c’è pure il Napoli (59) di mezzo. Entrambe però dovranno uscire indenni dal prossimo turno: Gasperini se la dovrà vedere contro la Juve di Pirlo; contro l’Inter, Gattuso. Se Inzaghi dovesse riuscire a battere in casa il Benevento del fratello Pippo, virtualmente potrebbe ritrovarsi a pari lunghezze al quarto posto oppure, in caso di successo partenopeo su Conte, uno sotto. Insomma, si potrebbe decidere tutto in questa 31esima giornata di campionato, ma con 9 gare da giocare il sogno biancoceleste è tutt’altro che svanito seppur complicato. L’anno scorso servirono addirittura 78 punti per centrarlo. Tradotto: stavolta per ripetere lo stesso risultato servirebbero 7 vittorie e 2 pareggi (tre big match in calendario) sino al traguardo. 

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