Lazio-Luis Alberto, le scuse sono obbligate

Lazio-Luis Alberto, le scuse sono obbligate
di Alberto Abbate
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Venerdì 16 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 11:21

Il capriccio finisce lì dove inizia il vantaggio e rischia di rompersi il braccio di ferro. Luis Alberto nasconde dietro un sorriso fisso il suo futuro, ma non lo svela a nessuno. Non risponde alle domande dei tifosi né a Sarri nel breve confronto di primo mattino. Prove di pacifica convivenza al momento, più che di pace ad Auronzo. La società assicura che il caso è tutt’altro che chiuso, che le scuse obbligate erano solo il primo passo, altrimenti Luis Alberto non si sarebbe nemmeno allenato. A qualche compagno aveva già accennato le sue spiegazioni mercoledì sera appena arrivato, quindi anche a colazione in albergo. Guarda caso poi, con la squadra messa a cerchio, ecco in piazza tutto il suo pentimento: «Non volevo mancare di rispetto, sono dispiaciuto e felice di essere tornato». Non aveva però il megafono, così rieccolo a fine allenamento a mezzogiorno più vicino al pubblico per autografi e foto, dopo il test di gradimento con un paio di giri intorno al campo. Era stato accolto con un silenzio quasi polemico all’inizio. 


DAI MUGUGNI AGLI APPLAUSI
Rewind. Ore 10.30, nessun coro, i laziali mugugnano solo fra loro quando lo spagnolo riappare sul terreno: «Mercenario, eccolo». Entra come ultimo del gruppo, va sul campo minore dello Zandegiacomo per il riscaldamento, si denuda sotto la pioggia per farsi sistemare il gps sul dorso: «Fai pure con comodo. Tanto sei arrivato in anticipo», ironizza un sostenitore dopo lo sbarco ad Auronzo mercoledì alle 21.30 con una settimana di ritardo. I compagni erano irritati dal suo comportamento, ma sembra subito un altro giorno di sole dopo il suo discorso: Radu lo abbraccia, Luis Alberto perde nel torello e fa le flessioni per castigo. In realtà, sarà molto più pesante la multa superiore a 50mila euro, che gli ha comminato la Lazio. Ha chiesto di essere ceduto, ma non ci sono offerte da almeno 45 milioni sul tavolo. Ha ancora 4 anni di contratto, dunque il numero 10 deve fare retromarcia e aspettare zitto e buono. Sarri lo vuole motivato, ci dialoga fitto e gli spiega il suo calcio. Lo alterna a Cataldi nelle prove tattiche a centrocampo: «Devi partire, quando arriva la palla all’attaccante e rimanere al limite dell’area per il tiro». Quindi, Luis Alberto si risparmia la partitella finale, ma corre a più non posso in un lavoro di scatti personalizzato. Ride, come se nulla fosse successo, ma qualcuno lo punzecchia: «Sono sette giorni che ti aspettiamo».

Eppure a uno col suo talento in fondo gli si perdona quasi tutto. Così il primo «daje Mago» fa proseliti subito. I laziali al fischio di Mau quasi lo incitano, non vogliono rinunciare al suo tocco fatato. È più forte la paura di perderlo del risentimento. Applausi scroscianti anche per il Comandante, che proverà a trattenerlo e a trasformalo in un soldato più disciplinato. Sembra utopia con l’anarchico Luis Alberto, ma ricordate le iniziali schermaglie con Higuain, poi suo alunno dei record? Sarri maestro e psicologo: ieri non lo ha accolto col fucile puntato, lo ha solo istruito prima e durante l’allenamento. In questi giorni ha deciso di osservarlo, poi domani ci sarà un maxi-confronto anche con Tare, appena sbarcherà in ritiro. Lo spagnolo gli ha chiesto la cessione al telefono, deve farlo dal vivo. Ci sono Milan e Villarreal dietro, ma il ds preferisce Alexis Saelemaekers a Rafael Leao in uno scambio e serve comunque un sostanzioso conguaglio. Non bastano invece certo i 25 milioni del sottomarino giallo. A queste condizioni, Luis Alberto non si muove dalla Lazio, la moglie Patricia posta la foto di una nuova casa, ma Sarri lo vuole stramotivato. Gli ha assicurato che è pronto a schierarlo anche come trequartista in un possibile 4-3-1-2 futuro. 


COLPO DAL DORTMUND 
Non ha comunque intenzione di farsi mettere con le spalle di nuovo al muro, Lotito. Resta furioso e si sta già muovendo in prima persona per offuscare il caso Luis Alberto con un colpo ad effetto. Nella capitale ha già incontrato Pieper, vice-presidente del Borussia Dortmund e ha ottenuto la disponibilità al prestito (con diritto di riscatto a 25 milioni) di Julian Brandt con cui Tare ha già un accordo. Deve sbloccarsi l’indice di liquidità purtroppo, ma l’Insigne tedesco verrebbe di corsa alla Lazio. Così come Toma Basic, nonostante una minima distanza di un milione (offerti 6 milioni più 2 di bonus) con il Bordeaux. Su Kamara del Marsiglia è in standby l’assalto. Dall’Inghilterra rilanciano un’offerta da 12 milioni per il vecchio pallino svizzero Xherdan Shaqiri, ma serve comunque l’uscita di Correa (anche lui chiede l’addio da gennaio) per un altro esterno. Lotito vuole gente che considera Formello un punto d’arrivo, non di non ritorno, ma ha promesso a Sarri l’ultima parola sul Mago scomparso e riapparso. 

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