La Lazio rientra in gruppo

La Lazio rientra in gruppo
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 13:20
Più psicologo che allenatore. Simone Inzaghi si è concentrato sulla testa dei suoi per cercare di risolvere i problemi. Terapia di gruppo. Troppe individualità. Uno sbandamento che rischiava di costare caro. E così nelle ultime settimane ha parlato allo spogliatoio. Niente più urla ma tanta diplomazia per far ritrovare le giuste motivazioni allontanando personalismi e gelosie. Il caso Luis Alberto, l’ultimo in ordine di tempo, non è stato di facile gestione. Eppure Inzaghi si è dimostrato all’altezza della situazione. Tra prestazioni al ribasso e rinnovi (promessi e) non mantenuti, lo spagnolo ha deluso le aspettative. La sconfitta nel derby gli è costata la bocciatura definitiva e le panchine contro Francoforte e Fiorentina. «Scelta tecnica» la versione della società. «Infortunio» la replica del calciatore che già il 20 settembre scorso, dopo il match contro l’Apollon Limassol, aveva raccontato della sua patologia, mai riscontrata dallo staff medico. La società, presa a cuore la questione, lo avrebbe invitato a sottoporsi ad ulteriori esami, salvo poi pretenderlo in campo in allenamento difronte all’ennesimo capriccio. Insomma, «se stai male, fai l’ecografia in clinica, altrimenti ti alleni». Questo il senso del messaggio recapitato a Luis Alberto, che ha scelto sì la via dei controlli, ma a domicilio. Da giorni il trequartista è seguito nella sua abitazione dell’Olgiata da Ruben Pons Aliaga, fisioterapista di fiducia conosciuto ai tempi del Liverpool, che con l’aiuto di un preparatore atletico alterna terapie ad esercizi personalizzati. Le sedute casalinghe, pubblicate sui social network dall’ex Siviglia, non sono piaciute dalle parti di Formello. «Se sta male, perché era a disposizione per le ultime due partite?» si è chiesto più di qualcuno, mentre Inzaghi si consultava con il ds Tare e il club manager Peruzzi per trovare una soluzione e non disperdere un «patrimonio» del genere.

QUESTIONE DI RINNOVO
Dopo il summit della scorsa settimana è arrivata la decisione: fisioterapia a domicilio accordata, ma «martedì ci vediamo a Formello» in vista della sfida di domenica a Parma (venduti già 2140 biglietti). Simone Inzaghi ha usato il bastone e la carota. Prima il confronto nella pancia dell’Olimpico nel post derby, poi il permesso per curarsi lontano dal centro sportivo. Qualcuno, però, giura che l’indolenza, o meglio la pubalgia sospetta, sia nata sulla scia del mancato adeguamento di contratto. Luis sperava di emulare Immobile e Milinkovic, premiati dal presidente Lotito con nuovi e lauti accordi per la «fedeltà al club» e per essere stati gli unici ad aver «ricevuto offerte importanti da altre squadre». In realtà, lo spagnolo non è l’unico ad aver sognato un aumento. Quasi tutti i big, tranne Leiva (lo avrà a breve), avrebbero bussato a Villa San Sebastiano, compreso Strakosha. Risposta: «Vi siete fatti fregare all’ultimo contro l’Inter e ora venite a chiedere?». Porta chiusa, per ora. 
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