Lazio, Lotito: «Sì ai test sierologici. Perchè un giocatore non può allenarsi in sicurezza?»

Lazio, Lotito: «Sì ai test sierologici. Perchè un giocatore non può allenarsi in sicurezza?»
di Valerio Cassetta
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Martedì 7 Aprile 2020, 13:55 - Ultimo aggiornamento: 17:41

«Ci tenevo a sottolineare che nessuno vuole prendere sottogamba l’interesse per la salute dei cittadini, e nel mio caso, da presidente di una squadra, la salute degli addetti ai lavori». Così il presidente della Lazio, Claudio Lotito, intervenuto in mattinata alla radio ufficiale del club durante l’emergenza Coronavirus. «I fatti mi stanno danno ragione, da un mese e mezzo sostengo l’idea dell'esame sierologico - continua il numero uno laziale - e noi abbiamo tutti i test per avere uno screening importante, al di là del tampone che indica “solo” l’eventuale positività. Con gli esami sierologici si riesce a capire se un soggetto è entrato in contatto con un virus o oppure no». Del resto, come spiega Lotito, con i test sierologici si riescono in breve tempo a controllare le immunoglobine (IgG, IgA, IgM), ovvero gli anticorpi prodotti dall’organismo.

ALLENAMENTI
«Prima erano possibili gli allenamenti e in virtù di una linea comune e per il rispetto del Paese, alla Lazio li abbiamo interrotti». Lotito è stato il primo ad interrompere le sedute collettive, ma si pone alcune domande: «Perché un giocatore, messo in sicurezza, non si può allenare?». E ancora: «Non capivo perché un atleta, che avesse rispettato una determinata profilassi e con un condizione fisica monitorata h24, non potesse espletare la propria attività lavorativa, e non ludica. Gli atleti, che sono abituati ad allenarsi due volte al giorno, risentono dell’interruzione dell’attività». Interrogativi leciti. 

ESEMPI
Del resto, oltre al calcio, Lotito si è affermato nel ramo delle ditte di pulizie: «Ho personale che tutti i giorni lavora negli ospedali con il Covid-19. Chi va a fare le pulizie in quei locali non per questo si contagia». E non si può dire che le misure previste per consentire la riapertura di Formello non fossero certosine: «Screening preventivo, analisi sangue e tampone che evidenzi che nessuno è infetto». Il tutto «in un centro sportivo sanificato come altri enti nazionali» in cui i tesserati dispongono fin dall’inizio dell’emergenza «delle mascherine Fp3 (che, come spiegato a Casasco, si usano solo nei casi di contagio immediato), i guanti e gli occhiali». Lotito sottolinea che al primo posto c’è il «rispetto delle norme dello Stato, ma non c’è una validazione scientifica che impedisce ad un calciatore, che segue un protocollo rispettando alcune misure, l’espletamento di alcune attività».

FORMELLO
Infine, un pensiero sul centro sportivo di Formello, che da 23 anni ospita la Lazio: «Abbiamo fatto in maniera che atleti e dirigenti avessero l’orgoglio dell’appartenenza - spiega Lotito - con un centro adatto per la preparazione e con un’armonia ambientale per stare al meglio. Siamo una grande famiglia».

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