Lazio: Immobile, Nazionale in sospeso

Lazio: Immobile, Nazionale in sospeso
di Emiliano Bernardini
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Sabato 14 Novembre 2020, 09:30

E’ tranquillo. Ha la coscienza pulita. Immobile sa di aver rispettato sempre il protocollo. O quanto meno tutte le disposizioni che gli sono state date. Si è arreso al risultato dei tamponi. Maledetto gene N. Tanto ballerino da far impazzire anche i test. Positivo, negativo e poi ancora positivo. La Asl lo ha fermato. E’ chiuso a casa da venerdì scorso. Da quando è uscito con il volto scuro dal centro sportivo di Formello. Parlava in modo concitato al telefono. Poi il silenzio. Le ultime parole le ha affidate ad un comunicato. Dentro però ribolle di rabbia. Si sente defraudato. Ha perso due partite di Champions e la sfida contro la Juventus. Gare che si era guadagnato sul campo. Ma c’è di più perché ora anche l’Azzurro della Nazionale potrebbe sbiadire. I dieci giorni di isolamento sono già scaduti. La sua positività va contata dal primo tampone e quindi dal 2 novembre. C’è grande attesa per il risultato del test fatto giovedì. Immobile scalpita. Anche se la sua presenza per la sfida di Nations League di domani contro la Polonia resta incerta. Eh già perché anche in caso di negatività Ciro potrebbe restare comunque a casa. Sullo sfondo c’è una inchiesta federale che non lascia nessuno tranquillo. Tanto meno la Figc che sulla questione vuole restare neutrale e prende tempo. Non è dello stesso avviso la Lazio che invece vorrebbe lasciarlo partire per due motivi. Il primo è che la sua negatività darebbe manforte alla tesi della troppa discordanza dei tamponi. Una carta in più da giocarsi. Il secondo, invece, è strettamente legato alle condizioni psicologiche di Ciro. Smaltire le tossine con l’Italia per poi avere un Immobile “libero” per il campionato. 


SI ALLUNGANO I TEMPI 
A proposito dell’inchiesta i due filoni (penale e sportivo) continuano a viaggiare parallelamente. Ieri nuova perquisizione della Guardia di Finanza nel laboratorio di Avellino: Futura Diagnostica. Su ordine della Procura di Avellino è stata sequestrata la documentazione che accompagna i tamponi processati fino ad oggi.

Si tratta di qualche migliaio di test. Il pm D’Onofrio vuole ampliare lo spettro d’indagine. Il focus resta Massimiliano Taccone unico indagato con le ipotesi di reato di falso, frode in pubbliche forniture ed epidemia colposa. Intanto i risultati della perizia sui tamponi già processati, attesi per questo fine settimana, potrebbero slittare ai primi giorni della prossima settimana. Per quanto riguarda l’inchiesta sportiva fra la Procura Federale e la Lazio ora è una vera partita a carte. A via Campania continuano a lasciar trapelare che il materiale sia carente, a Formello sostengono d’aver fornito ogni documento (anche Pec con l’Asl) agli 007 nel colloquio di giovedì pomeriggio di due ore. «Vogliamo sapere solo se la Lazio ha rispettato il protocollo», l’esordio del pm Chiné, catapultato in video dentro lo studio dell’avvocato Gentile. Ed è lì che gli inquirenti vogliono andare a parare. Non si sindaca sulle continue oscillazioni dei test, che si stanno verificando ovunque nelle ultime ore, ma sulla prudenza del club biancoceleste una volta saputo dalla Synlab della Uefa della positività (o presunta tale) di qualche giocatore. Tra i quesiti a cui la Procura vuole trovare risposta c’è quello relativo all’autorizzazione (e prima ancora la comunicazione) all’Asl per far allenare Strakosha, Leiva ed Immobile martedì 3 novembre. Era la vigilia della sfida allo Zenit, la Lazio aveva ricevuto da Futura Diagnostica l’ok (tutti negativi) e, nonostante gli esisti contrastanti della Uefa, era convinta di avere a che fare con “falsi positivi” dimostrabili col successivo tampone. D’altronde l’esperienza con Hoedt (pre-Borussia) e Pereira (pre-Bruges) li spingeva ad avere questa convinzione. Alla fine si è rivelata una leggerezza che la giustizia sportiva potrebbe far pagare. Secondo tanti potrebbe bastare un’ammenda per la negligenza da parte della Procura Federale, che però valuta quanto sia stata messa a repentaglio l’incolumità del resto della squadra biancoceleste.

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