E’ tranquillo. Ha la coscienza pulita. Immobile sa di aver rispettato sempre il protocollo. O quanto meno tutte le disposizioni che gli sono state date. Si è arreso al risultato dei tamponi. Maledetto gene N. Tanto ballerino da far impazzire anche i test. Positivo, negativo e poi ancora positivo. La Asl lo ha fermato. E’ chiuso a casa da venerdì scorso. Da quando è uscito con il volto scuro dal centro sportivo di Formello. Parlava in modo concitato al telefono. Poi il silenzio. Le ultime parole le ha affidate ad un comunicato. Dentro però ribolle di rabbia. Si sente defraudato. Ha perso due partite di Champions e la sfida contro la Juventus. Gare che si era guadagnato sul campo. Ma c’è di più perché ora anche l’Azzurro della Nazionale potrebbe sbiadire. I dieci giorni di isolamento sono già scaduti. La sua positività va contata dal primo tampone e quindi dal 2 novembre. C’è grande attesa per il risultato del test fatto giovedì. Immobile scalpita. Anche se la sua presenza per la sfida di Nations League di domani contro la Polonia resta incerta. Eh già perché anche in caso di negatività Ciro potrebbe restare comunque a casa. Sullo sfondo c’è una inchiesta federale che non lascia nessuno tranquillo. Tanto meno la Figc che sulla questione vuole restare neutrale e prende tempo. Non è dello stesso avviso la Lazio che invece vorrebbe lasciarlo partire per due motivi. Il primo è che la sua negatività darebbe manforte alla tesi della troppa discordanza dei tamponi. Una carta in più da giocarsi. Il secondo, invece, è strettamente legato alle condizioni psicologiche di Ciro. Smaltire le tossine con l’Italia per poi avere un Immobile “libero” per il campionato.
SI ALLUNGANO I TEMPI
A proposito dell’inchiesta i due filoni (penale e sportivo) continuano a viaggiare parallelamente. Ieri nuova perquisizione della Guardia di Finanza nel laboratorio di Avellino: Futura Diagnostica. Su ordine della Procura di Avellino è stata sequestrata la documentazione che accompagna i tamponi processati fino ad oggi.