Luis Alberto e la Lazio: ragione e pentimento

Luis Alberto e la Lazio: ragione e pentimento
di Alberto Abbate
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Domenica 15 Novembre 2020, 07:30

Scusa, ma nessuna retromarcia. Dopo le parole al vetriolo contro Lotito su Twitch («Ho visto l’aereo, compra ma non ci paga»), Luis Alberto si spiega su Instagram: «Avevo preparato un comunicato con Peruzzi, ma voglio metterci la faccia per la mia cazzata. Ho sbagliato il momento per dire quella cosa, ma io dico sempre ciò che penso. E l’ho fatto perché voglio che la società migliori e lavori per il bene di tutti. Io non parlo solo per me, ma a nome di tutti». Di altri compagni infastiditi dalle mensilità mancanti (vedi il like di Acerbi e Armini), dello staff, dei magazzinieri. E anche per la sua famiglia: «So che i soldi non sono tutto, che oggi c’è tanta gente in difficoltà economica, ma io mantengo 8 fratelli, anche se magari a nessuno interessa». Il numero 10 fa trapelare di non ricevere lo stipendio da giugno, anche se la Lazio sostiene di aver pagato addirittura sino ad agosto (più i premi individuali) qualche giorno fa. Oltretutto il presidente Gravina ha prorogato i termini sino al primo dicembre, quindi Lotito si sente nel giusto e non ci sta. Le origini di questa frattura risiedono però pure in un’altra promessa non mantenuta. Il presidente a marzo (ci sono le dichiarazioni del portavoce Diaconale a testimonianza) aveva assicurato in videoconferenza ai giocatori che, a differenza per esempio di Juve e Roma, non avrebbe tagliato per colpa del Covid nessuna mensilità. Invece a giugno aveva convocato il gruppo nello spogliatoio e si era rimangiato la parola, trovando comunque una disponibilità: «La squadra è stata la prima a difendere la società, abbiamo rinunciato anche a un mese di stipendio – svela lo spagnolo - perché abbiamo capito la difficoltà». Ma il club, oltre ad aprile, non ha pagato nemmeno maggio (con l’ok solo dei senatori Ciro, Lulic e Parolo) e raddoppiato così la posta trattenuta. In corso ci sarebbe una causa, Milinkovic (ieri ha assistito alla diretta del compagno) aveva pensato niente di meno che alla messa in mora. 
MOTIVAZIONE
La pentola scoperta porta indietro la memoria. Un sospetto torna. C’entrano anche i soldi dunque, oltre infortuni e preparazione, nel calo improvviso della Lazio dopo la sosta forzata. I biancocelesti erano a un passo dalla scudetto prima del lockdown d’Italia, alla ripresa avevano tutt’altra marcia. Luis Alberto assicura d’aver dato l’anima e sta dimostrando di darla ancora, anche se non è uno che giura amore a vita: «Chiedo scusa alla gente biancoceleste che mi ha scritto e si è sentita offesa. Io non potrò mai essere laziale come voi o come Cataldi, che è nato qui a Roma. Sono arrivato quattro anni fa, ma ho comunque giocato infortunato, stando male, dando tutto per questa maglia. E sino a quando starò qui, un anno o cinque, darò il 100% come sempre per il mister, con cui ho un gran rapporto, per Peruzzi, per tutto lo staff e le persone che lavorano con noi». Proprio a Inzaghi ora spetterà l’arduo compito di fare da mediatore fra la società e i piani più alti. Non può rinunciare a Luis Alberto nei suoi schemi. 
PUNIZIONE
Nessun accenno di pentimento infatti nei confronti di Lotito e Tare, contro cui rimane la rabbia.

Anche perché c’è un retroscena legato all’esultanza polemica col Bologna. L’agente dello spagnolo aveva chiamato la società per avere dei chiarimenti sui mancati stipendi (e pare pure sulle commissioni), senza ricevere nessuna risposta. Il presidente e il diesse ora, dopo avergli rinnovato un contratto top (a 3 milioni) e l’uscita di Luis Alberto a valanga, lo accusano tuttavia d’irriconoscenza. Potrebbe non bastare una multa salata, c’è nell’aria una punizione ancora più severa (inizialmente fuori rosa con eventuale esclusione a Crotone, stile Immobile l’anno scorso a San Siro) se il numero 10 non dovesse fare altri passi indietro nel confronto vis a vis, che a breve andrà in scena. Per i suoi atteggiamenti fuori dal campo, Lotito da tempo lo avrebbe voluto mandare via. Tare invece in particolare è ferito perché lo ha difeso anche in sede di prolungamento, ha creduto in lui e lo ha aiutato (sopratutto il primo anno) quando nessuno più ci credeva. Questo però Luis Alberto non lo dimentica: «Ringrazio la Lazio che mi ha dato tutto, ma anche io sto dando tutto per la Lazio. Ora lavoriamo per ogni battaglia e speriamo di poter festeggiare tanti titoli insieme ancora. Dobbiamo continuare ad essere una famiglia». Scusa per aver portato i panni sporchi in lavanderia. 

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