​Inzaghi, il peso di essere grandi

Inzaghi, il peso di essere grandi
di Emiliano Bernardini
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Sabato 17 Ottobre 2020, 07:30

 Il conto alla rovescia per riascoltare le note della Champions segna meno tre. Martedì all’Olimpico arriverà il Borussia Dortmund. Ironia del destino toccherà ai tedeschi, che rievocano nostalgiche notti di coppe (anno 1994-95), a battezzare il ritorno dei biancocelesti dopo 13 anni nell’Europa che conta. Prima però c’è il campionato. Oggi alle 18 la banda di Inzaghi sarà di scena a Genova contro la Sampdoria di Ranieri. Già proprio l’ex tecnico della Roma che non evoca certo bei ricordi. Qualcuno l’ha già rinominato il derby dei Parioli visto che i due, a Roma, abitano ad una via di distanza. E pensare che Simone stava per imboccare la stessa strada di Sir Claudio. Quella che porta all’immortalità. Insomma l’impresa della Lazio della passata stagione sono in tanti ad averla accostata a quella del Leicester di Ranieri. Un sogno che però il laziale ha solo accarezzato. Colpa anche di una pandemia che in queste ultime settimane è tornata a farsi minacciosa. Tre casi anche nella Samp (un calciatore della Primavera aggregato temporaneamente e due dipendenti). La gara di oggi non è assolutamente in dubbio.
CORSI E RICORSI
La lunga vigilia che porta alla Champions inizia proprio oggi. A Genoa. Curioso che anche 13 anni fa poco prima del debutto europeo la Lazio avesse sfidato la Sampdoria a Marassi (all’ora fu una settimana prima, fini 0-0). E di quella partita oggi rimangono due protagonisti che dal campo sono passati alle “scrivanie”: Tare, ds biancoceleste e Palombo che fa parte dello staff tecnico di Ranieri. Al di là dei ricordi, il presente non è certo tutto rose e fiori. Inzaghi se l’era immaginato totalmente diverso questo cammino d’avvicinamento. Quanto meno non aveva minimamente pensato di dover affrontare una emergenza totale. Ogli ai vari infortunati e ai giocatori arrivati dal mercato che hanno pochissimi allenamenti nelle gambe deve fare anche i conti con la squalifica di Immobile. Così questo pomeriggio dovrà fare di necessità virtù. E alla fine si ritrova costretto a mentire pure sapendo di mentire: «la testa è solo alla Samp. Partita impegnativa, hanno fatto un’ottima gara a Firenze. Penso solo a domani (oggi, ndr)». Ma è chiaro che non sia affatto così. Le condizioni precarie di più di qualcuno lo costringono ad usare prudenza pur sapendo che con i blucerchiati è una gara fondamentale per non perdere terreno dalle prime. A Marassi ritrova anche due vecchie conoscenze: Keita e Candreva, due che a detta sua avrebbe «voluto trattenere» ma che «hanno fatto scelte diverse». Sarà un campionato difficilissimo e questo Inzaghi lo sa. Ma sa altrettanto bene che non può permettersi figuracce in Champions. 
SIMONE VA AL MAX
Simone si gioca il futuro.

Il contratto è ancora in bianco. O meglio esiste un preaccordo ma nulla di più. Nessuna firma. Lui e Lotito al momento vivono una grande attesa. E al di là delle parole di facciata è chiaro che sotto la brace ci sia un fuoco pronto a divampare. Il mercato è una questione scottante. Sia per l’uno sia per l’altro. D’altronde, come si evince dalle parole dello stesso tecnico, il presidente si è mosso su indicazioni sue e di Tare. Lo spettro di Allegri, stimato da Lotito, da questa estate aleggia nell’aria. Nessuna preoccupazione però, sarà solo il campo a decidere il futuro. 

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