Lazio, la vittoria perduta

Lazio, la vittoria perduta
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Sabato 15 Dicembre 2018, 07:30
Il ritiro a cosa è servito? Dov’è l’unione? Dov’è la lezione? E, soprattutto, la vittoria? Lotito la invocava già con la Samp, invece continua a mancare dall’8 novembre e non c’è nulla di nuovo sotto il ponte. Anzi, sarebbe ingiusto non sottolineare il maggior impegno, ma paradossalmente adesso è la pressione a schiacciarlo come un macigno. Pressione che non sembra giustamente sentire invece l’allenatore, a vedere certe scelte bissate (compresi i cambi con Lulic a destra, quasi a invocare il vuoto di mercato) l’altro ieri sera col Francoforte. In Coppa, dopo 4 pari in campionato, seconda sconfitta “indolore”. Se solo perdere un’altra gara non fosse un pessimo viatico per andare ad affrontare dopodomani sera nell’inferno di Bergamo l’Atalanta. Se prendere altri due gol (uno almeno in ognuna delle ultime 10 partite, come accaduto nell’era Lotito appena tre volte) alle prime due occasioni, non accentuasse una fragilità che ormai non può essere più considerata solo difensiva. Gli errori partono da centrocampo e si moltiplicano in area, così la Lazio non riesce a mantenere ormai dal 21 ottobre a Parma la porta inviolata. Poco importa che a proteggerla ci sia Proto o Strakosha, il risultato non cambia. 

PANCHINA 
I nuovi Acerbi e Correa vogliono guardare avanti, ma la Lazio cammina all’indietro. Perché sbagliando si dovrebbe imparare, invece non c’è nessuna evoluzione positiva dopo sei brutte gare. O per un discorso di limiti tecnici o semplicemente per dei blocchi mentali. Quest’ultimi, secondo Lotito e Tare, stanno ingolfando la Ferrari o addirittura provocando testacoda, ma in caso di un altro brusco incidente a Bergamo potrebbe rimetterci il pilota? Ufficialmente Inzaghi non può e non dev’essere considerato sotto esame: Lotito è arrabbiato con lui, ma in conferenza si è esposto troppo. Perché già prima aveva ben meditato: non ci sono altri tecnici liberi in giro (sogno Conte impossibile a parte) che consentirebbero a questa squadra di fare in corsa il salto. Quindi Simone va sostenuto a oltranza, a meno che non ci sia uno scongiurabile e definitivo tracollo prima di febbraio. 

RINASCITA 
E’ giusto pensare ancora positivo. Perché c’è addirittura il terzo posto dell’Inter a quattro punti. L’importante adesso diventa sbloccarsi. Perché, fra un vaffa e l’altro in campo, nel gruppo sta emergendo sempre più nervosismo e, dopo il pari al 99’ con la Samp, il rischio più grande è che possa trasformarsi in rassegnato fatalismo. La Lazio può tornare a vincere con i suoi campioni. E’ rimasto a riposo Milinkovic, s’è risvegliato da due gare Luis Alberto: «Pronto per prendermi la prossima sfida. Giovedì non ho sentito alcun fastidio per 90’, sto bene e spero che il peggio sia ormai alla spalle». Maledetta pubalgia, insieme alla pareggite biancoceleste, vattene via. 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA