PANCHINA
I nuovi Acerbi e Correa vogliono guardare avanti, ma la Lazio cammina all’indietro. Perché sbagliando si dovrebbe imparare, invece non c’è nessuna evoluzione positiva dopo sei brutte gare. O per un discorso di limiti tecnici o semplicemente per dei blocchi mentali. Quest’ultimi, secondo Lotito e Tare, stanno ingolfando la Ferrari o addirittura provocando testacoda, ma in caso di un altro brusco incidente a Bergamo potrebbe rimetterci il pilota? Ufficialmente Inzaghi non può e non dev’essere considerato sotto esame: Lotito è arrabbiato con lui, ma in conferenza si è esposto troppo. Perché già prima aveva ben meditato: non ci sono altri tecnici liberi in giro (sogno Conte impossibile a parte) che consentirebbero a questa squadra di fare in corsa il salto. Quindi Simone va sostenuto a oltranza, a meno che non ci sia uno scongiurabile e definitivo tracollo prima di febbraio.
RINASCITA
E’ giusto pensare ancora positivo. Perché c’è addirittura il terzo posto dell’Inter a quattro punti. L’importante adesso diventa sbloccarsi. Perché, fra un vaffa e l’altro in campo, nel gruppo sta emergendo sempre più nervosismo e, dopo il pari al 99’ con la Samp, il rischio più grande è che possa trasformarsi in rassegnato fatalismo. La Lazio può tornare a vincere con i suoi campioni. E’ rimasto a riposo Milinkovic, s’è risvegliato da due gare Luis Alberto: «Pronto per prendermi la prossima sfida. Giovedì non ho sentito alcun fastidio per 90’, sto bene e spero che il peggio sia ormai alla spalle». Maledetta pubalgia, insieme alla pareggite biancoceleste, vattene via.
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