Lazio, la panchina ora è bollente: in pole c'è Mihajlovic. O Sarri

Lazio, la panchina ora è bollente: in pole c'è Mihajlovic. O Sarri
di Alberto Abbate
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Sabato 29 Maggio 2021, 07:30

a panchina è ribaltata, la Lazio sotto sopra. E ora naviga a vista. Inzaghi è pronto a siglare il biennale (con opzione per il terzo anno) da 4 milioni netti più uno di bonus all’Inter, ma l’annuncio può slittare alla prossima settimana. Il motivo sarebbe legato a tutta una serie di premi e bonus che Lotito deve ancora pagare e ora non vorrebbe più riconoscergli come estrema scaramuccia. Il rischio così è che la Lazio si ritrovi poi pure con un’altra causa in casa. Di sicuro non c’è più nessuna possibilità di un ennesimo dietrofront, perché Lotito non vuol più sentir parlare dell’ex figlioccio Inzaghi nella sua vita. Sono spuntate sul web pure le foto della bufera in strada: il presidente punta il dito contro Simone, è paonazzo (o abbronzato) in faccia, ma la società smentisce ritraggano il momento dell’ultima battaglia. Di sicuro, l’elettricità s’avverte ancora nell’aria. Tanto che ieri, fra una telefonata e l’altra per scovare un erede in panchina, Lotito continuava a ripetere nuovi frasi riemerse nella memoria del voltafaccia di giovedì mattina: «Nell’ultimo confronto Inzaghi mi ha detto che non aveva più motivazioni da tempo e che non avrebbe firmato nemmeno se gli avessi proposto il rinnovo un anno prima». Una risposta a chi, al di là del tradimento finale dell’allenatore, non gli perdona di aver tirato comunque lui per primo la corda e averlo portato a scadenza. Forse però è anche un modo per condonarsi qualche senso di colpa. 
UN LAZIALE SERBO
Ora però è il momento di voltare davvero pagina. Anzi, quest’affronto di Inzaghi funga da sprone per migliorare la Lazio ancora. Forse è meglio non parlare più di simboli di lazialità, ma l’ex Mihajlovic può mettere comunque una “pezza” con la piazza. Eppure proprio questo può essere un problema: non direbbe no, ma non vuole nemmeno essere un ripiego, Sinisa. Lo ha fatto capire ieri da Cava dei Tirreni – dove ha ricevuto il “Premio Piero Santin” – subito dopo la cerimonia: «Io sto bene ovunque in Italia, che sia nella capitale o a Bologna». Ieri se n’è riparlato col suo agente Lucci, che offre pure il “dimenticato” (e pronto al ritiro) Villas Boas, ironia del destino allievo di Mourinho approdato alla Roma. Già perché Lotito deve pure rispondere, ancora di più con un nome forte, all’altra sponda. Per questo anche Sarri riprende quota: previsto un incontro nelle prossime ore per testarlo ancora, nonostante la sua esosa richiesta economica e sopratutto (uomini adatti al suo gioco) tecnica. 
UN NOME “ITALIANO”
Riallacciati anche i contatti col superprocuratore Mendes, nonostante Gattuso sia finito ormai alla Fiorentina.

C’è ancora l’indimenticabile ex Conceicao nella sua scuderia. Il Porto è in trattativa, Sergio si è avvolto nel silenzio e non risponde sul futuro a nessuna domanda. Mendes rilancia forte la candidatura dello stimato Nuno Espirito Santo, col Wolverhampton in scadenza, come ipotesi suggestiva. Proposti da diversi agenti anche gli ex Napoli Rafa Benitez e Mazzarri più Pirlo, al momento senza squadra. Piace molto nei casting iniziati Vincenzo Italiano, autore di una stagione rivoluzionaria alla guida dello Spezia. Dove ha rescisso anche il dt Meluso, candidato eventualmente al posto di Peruzzi per l’area tecnica. Già perché Inzaghi vorrebbe portare anche lui a Milano insieme a qualche suo giocatore di fiducia: tosta per Milinkovic, vuole il suo pupillo Luis Alberto, ma anche Radu in scadenza. Quasi tutto lo spogliatoio è dalla parte di Simone in questa brutta storiaccia. L’empatia fra lui e la squadra era nota, ma purtroppo ora pungono pure tutte le altre spine della rosa. 

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