Lazio, la meraviglia Champions e l'orgoglio della storia

Lazio, la meraviglia Champions e l'orgoglio della storia
di Emiliano Bernardini
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Martedì 20 Ottobre 2020, 23:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 00:40

Quando sogno e realtà si fondono non resta che ammirare la bellezza del momento. Godere dell’emozione unica che ne scaturisce. Una palpitazione al cuore. Potente. La vittoria della Lazio sul Borussia Dortmund (3-1) ha generato proprio tutto questo. Probabilmente, a scriverlo un copione così non ci sarebbe mai riusciti a priori. Segna Immobile, tornato Ciro il Grande. Un tocco da Scarpa d’Oro. Una vendetta gelata per la sua ex squadra e per chi l’aveva definito il peggior acquisto dei tedeschi. Rete numero 127 con la Lazio: raggiunto Signori al secondo posto della classifica all time. Il raddoppio è un autogol del portiere Hitz propiziato da un angolo beffardo di Luis Alberto e una spizzata di Luiz Felipe (rientrato dopo 40 giorni e arresosi ad inizio del secondo tempo). Al grande ballo c’è spazio anche per il debuttante Akpa Akpro che segna proprio nel momento più difficile della partita. Una notte da sogno. Le note della Champions, riascoltate dopo troppi anni, a ridestare l’ardore sopito. A risvegliare l’orgoglio di indossare una maglia ultracentenaria. E pensare che l’ultimo gol in Champions l’aveva segnato Pandev nel 2007 al Bernabeu (quello di Keita nel 2015 era nei preliminari) nella sconfitta per 3-1 contro il Real Madrid. Una vita fa.


L’ORGOGLIO DELLA STORIA
E così d’improvviso, in una notte d’autunno, i biancocelesti si riprendono la storia. Annullano tutte le differenze con i tedeschi (tra le otto migliori d’Europa) e vendicano Signori e compagni eliminati dalla Coppa Uefa nella stagione 1995 proprio dai gialloneri. Ritorno migliore la Lazio non lo poteva immaginare. Una partita perfetta quella giocata dai ragazzi di Inzaghi che non sbagliano nulla. E dimostrano a Genova contro la Sampdoria è stato solo un incidente. O meglio che nei 12/13 elementi i biancocelesti sono sempre una delle migliori squadre in circolazione. C’è anche un pizzico di fortuna ad aiutare l’audacia. Lo stesso non si può dire del Dortmund. Le assenze non sono però una scusante. Inzaghi l’ha incartata a Favre. I tedeschi hanno puntato sulla gestione della palla per costruire le azioni con calma partendo dai tre difensori.

Il tecnico laziale ha imposto pressione costante anche nella metà campo avversaria per non dare troppa fiducia ai tedeschi. Piano perfetto perché il primo gol è arrivato proprio da un recupero palla su pressing, così come l’angolo da cui è scaturito il 2-0. Continua il tabù per il Dortmund, invece, ha perso le ultime tre gare giocate in Italia e non ottiene un successo in casa di una italiana dal 2003, quando vinse contro il Milan per 0-1 con gol di Koller. Ad onor di cronaca va detto che la squadra di Favre sbaglia tantissimo. Ma quando azzecca la mira trova un Champions Strakosha. 


NOTTE DA BRIVIDI
Nella ripresa il Borussia alza il ritmo e complice la stanchezza dei laziali crea molte più occasioni da rete. Alla fine Haaland timbra il cartellino pareggiando la sfida a distanza con Immobile ma perdendo nettamente il confronto. La Lazio soffre, Inzaghi cambia gli uomini e azzecca tutto. Dentro Akpa Akpro che da Salerno fa un triplo carpiato. Nove minuti dopo il suo ingresso in campo segna il 3-1 nel momento più difficile. Un destro per concretizzare l’assist di Immobile dopo una galoppata di metà campo. Primo posto nel girone. Un tripudio. Un trionfo. Una notte da rivivere cento volte. Peccato solo che non ci fossero i tifosi. Avrebbero meritato di viverla allo stadio.

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